I Digenti Scolastici della provincia di Salerno protestano e si rivoltano, hanno indetto una petizione da indirizzare al ministero dell’Istruzione e promossa da tutti i dirigenti scolastici del capoluogo Salernitano, i motivi della protesta sono gli stipendi bassi e le troppe responsabilità da gestire, un malessere quello dei Dirigenti che non è nuovo, il Governo ne è ben consapevole e sta cercando di risolvere la problematica bandendo concorsi pubblici che permettanno l’assunzione di nuovi Dirigenti ma questo non basta, la categoria chiede di non essere paragonati dirigenti di serie B e chiedono di ricevere un’adeguamento del loro stipendio che per loro non è commissurato al carico di lavoro e alle responsabilità di cui sono investiti.
Al momento sono già 100 i presidi salernitani che hanno sottoscritto il documento di protesta di respiro nazionale che intende unire le forze di tutti i presidi d’Italia. All’interno della petizione vengono messe in evidenza tutte le criticità che quotidinamente sono costretti ad affrontare, ingenti carichi di lavoro, ingenti responsabilità, stipendi non adeguati, gestione di scuole con un gran numero di alunni e gestione di plessi distaccati e istituzioni parallele per la mancanza di Dirigenti Scolastici.
Oltre alla petizione sono in programma anche delle manifestazioni di protesta che saranno esposte pubblicamente nei prossimi giorni anche in una manifestazione provinciale e regionale.
«Ci sono dirigenti dello Stato – sostengono i dirigenti scolastici del salernitano – alle prese con uffici ministeriali che continuano ad inventarsi procedure, monitoraggi, adempimenti continui e inusitati, pur se consapevoli che le scuole hanno organici sottodimensionati, personale amministrativo e strumenti informatici mai adeguati. Dirigenti dello Stato che in questi anni hanno dovuto sobbarcarsi compiti e responsabilità che non dovevano appartenere loro, da quello del Rup nell’affidamento di appalti e concessioni di lavori nell’ambito di modifiche per milioni di euro agli edifici scolastici, a quello di datore di lavoro per la sicurezza di migliaia di persone, a fronte di edifici spesso carenti e con enti locali assenti e impossibilitati a svolgere anche la minima manutenzione».