Il problema dei docenti che emigrano dal sud verso il nord in cerca di assunzioni o cattedre stabili è un fenomeno che esiste da molti anni e che non accenna a diminuire, secondo i sindacati nella sola provincia di salerno si contano 7.360 docenti titolari o precari in servizio nelle regioni del nord come Lombardia, Emilia Romagna, Toscana, Piemonte o Veneto.
Il fenomeno è esteso ed ovviamente non riguarda la sola provincia di salerno ma coinvolge tutte le regioni del sud come la Campania, la Puglia, la Sicilia, la Calabria dove migliaia e migliaia di docenti lasciano le famiglie e le città d’origine alla ricerca di un lavoro stabile.
Molti hanno studiato per decenni, hanno alle spalle anni di insegnamento. C’è il precario in cerca di fortuna per la maggiore disponibilità di cattedre, alcuni sono stati fortunati e sono stati assunti con la riforma della Buona scuola o col concorso del 2018 per le scuole secondarie.
Molti altri invece hanno scelto di inserirsi nelle graduatorie ad esaurimento delle province del centro-nord Italia per cercare di avere delle chance di assunzioni.
Qualunque sia stata la scelta di questi docenti il comune denominatore è la lontananza da casa, dalla famiglia e talvolta dai figli, i numeri le statistiche confermano l’aumento negli ultimi cinque anni dei flussi migratori nella scuola, emerge dal raffronto tra il numero di domande di avvicinamento giunte nel 2019 all’Ufficio scolastico provinciale e quelle autorizzate su trasferimenti e assegnazioni provvisorie.