Spesso si parla di digitale all’interno delle scuole come strumento didattico, ad esempio si discute da molti mesi di come poter utilizzare lo smartphone durante le lezioni a scuola come strumento didattico, sono in molti a guardare la tecnologia e il digitale come strumento che possa essere utilie alla didattica scolastica.
Ma se tutti vendono nella tecnologia un valido strumento didattico c’è chi invece non la pensa allo stesso modo e va controcorrente affermando che il digitale non migliora l’apprendimento degli studenti, a dirlo è Daniela Lucangeli, docente di Psicologia dello sviluppo all’Università di Padova, la docente ha lanciato il suo pensiero nel corso degli Stati generali della scuola digitale, promossi dal Centro studi ImparaDigitale, che si è svolta a Bergamo.
“Per fare una scuola che sia speranza e che si trasformi in desiderio di conoscenza basta un maestro”, ha detto la Lucangeli.
L’introduzione della tecnologia nelle scuole non sempre ha infatti portato l’effetto sperato, anzi spesso ha provocato una flessione della motivazione e dell’atteggiamento degli studenti. Anche i docenti si sono troppo spesso concentrati sui device e sull’uso del digitale perdendo di vista il processo didattico.
La soluzione? I docenti “devono riprendere in mano la didattica, basandola sul recupero delle relazioni umane e staccandosi dall’uso del digitale a tutti i costi: per i ragazzi la tecnologia è completamente trasparente, deve tornare a essere uno strumento, non un fine – ha aggiunto Dianora Bardi, presidente di ImparaDigitale -. Dobbiamo decidere il futuro che vogliamo per i nostri figli, che non possiamo delegare al digitale: non c’è altra strada se non recuperare l’umano”