Sul reddito di cittadinanza da sempre si sono registrate moltissimi dubbi e polemiche sulla sua utilità ma soprattutto sul suo scopo ultimo, cioè trovare lavoro a coloro che hanno fatto richiesta e percepiscono il sussidio mensile, molte inchieste portate avanti da giornali ed emittenti tv hanno messo in luce un meccanismo che ad oggi stenta ancora a produrre posti di lavoro.
Ciononostante secondo gli ultimi dati forniti dall’ANPAL, ossia l’Agenzia Nazionale delle Politiche Attive per il Lavoro qualcosa sembra muoversi, secondo l’ente da settembre al 15 novembre scorso sono stati convocati dai Centri per l’Impiego oltre 200 mila beneficiari del Reddito di Cittadinanza e il 9% di questi, con precisione 18 mila, hanno trovato lavoro, non si parla di numeri importanti anzi, ma rappresentano comunque un sintomo che forse qualcosa inizia a muoversi, va detto che risulta estremamente difficile credere che tutti gli aventi diritto del reddito possano trovare un lavoro, ma se si riuscisse a dare lavoro almeno alla metà dei richiedenti sarebbe comunque un ottimi risultato.
Sulla diffusione dei dati è intervenuto anche il Presidente dell’ANPAL Mimmo Parisi il quale ha evidenziato che molto spesso si diffondono notizie non veritiere sui centri per l’impiego i quali stanno svolgendo in queste settimane un compito encomiabile, per prendere in carico i beneficiari del Reddito di Cittadinanza tenuti al Patto per il lavoro”.
Dai dati pubblicati dall’ANPAL emerge anche che il 68% dei 18 mila beneficiari del Reddito di cittadinanza che hanno trovato lavoro, si sono imbattuti in un impiego a “tempo”, quasi 13 mila hanno trovato lavoro in un arco temporale che va dai due ai sei mesi dal giorno della presentazione della domanda di Reddito di cittadinanza.
In 3 mila invece sono stati più fortunati e hanno trovato un lavoro in un arco temporale decisamente più basso, ossia entro un mese dal giorno di presentazione della domanda.