Quali sono i requisiti necessari per diventare avvocato? Partendo dalle qualità personali, possiamo dire intanto che chi vuole intraprendere questa strada deve lavorare sulla propria forza di volontà e pazienza. Perché la strada per l’avvocatura è decisamente lunga: già il percorso accademico, dal canto suo, dura diversi anni, ma una volta conclusa questa fase gli aspiranti avvocati dovranno affrontare molti altri passaggi, sia di natura teorica che pratica. Ma se l’idea di mettervi alla prova per realizzare il vostro sogno non vi spaventa, allora siete già a buon punto per diventare avvocati.
Laurea in legge
Il primo requisito necessario per lavorare come avvocato è ottenere una laurea magistrale in legge. Lo studente può scegliere una laurea a ciclo unico della durata di cinque anni, oppure può prendere una laurea triennale in giurisprudenza concludendola poi con una magistrale biennale.
Questi titoli di studio possono essere conseguiti sia iscrivendosi a un’università tradizionale, sia frequentando dei corsi di laurea online in giurisprudenza, i quali si configurano come a numero aperto e sono presenti nelle cosiddette università telematiche. Dato che quest’ultime sono legalmente riconosciute dal MIUR, chi opta per un iter universitario online otterrà alla fine un titolo di laurea del tutto ufficiale.
Pratica forense
Dopo aver conseguito il titolo di studi in legge, i laureati dovranno svolgere l’attività forense presso lo studio legale di uno o due avvocati (detti dominus) che risultino iscritti da almeno 5 anni all’Albo. Il praticantato dura 18 mesi e comprende la partecipazione ad almeno 20 udienze del proprio dominus per ogni semestre, durante le quali si registrerà la presenza del tirocinante nel libretto della pratica e nel verbale di udienza.
Tuttavia, parte dell’attività forense può essere sostituita da:
- 12 mesi di Scuola di Specializzazione;
- 12 mesi presso l’Avvocatura dello Stato o l’Avvocatura Distrettuale dei Comuni, oppure presso gli uffici giudiziari o altri enti pubblici.
- 6 mesi di praticantato in uno studio legale in un Paese dell’Unione Europea;
- 6 mesi di tirocinio durante l’ultimo anno di corso di laurea, secondo quanto previsto da apposite convenzioni con le università.
Accanto al praticantato, gli aspiranti avvocati dovranno anche frequentare dei corsi di formazione di almeno 160 ore, in cui si prevedono due verifiche intermedie e una finale. Se superate, porteranno a ottenere il certificato di compiuto tirocinio, necessario per iscriversi all’esame di Stato.
Esame di abilitazione da avvocato
L’esame di abilitazione all’avvocatura è costituito da tre prove scritte, che vertono rispettivamente sull’elaborazione di un parere in materia di diritto civile, uno in materia di diritto penale e la redazione di un atto processuale.
Coloro che avranno raggiunto negli scritti il punteggio complessivo di 90 punti saranno ammessi alla prova orale: durante questa fase i candidati vengono interrogati in cinque materie scelte a loro discrezione, le quali saranno discusse davanti a una commissione di giuristi, professori universitari, avvocati o magistrati.
Iscrizione all’Albo degli Avvocati
Una volta passato l’esame di abilitazione ci sarà la soddisfazione del giuramento da avvocato presso il tribunale, nonché l’iscrizione all’albo, che decreta l’appartenenza a tutti gli effetti alla professione. Ma con i piaceri arrivano anche i doveri, come l’iscrizione alla Cassa Forense con il relativo obbligo di versare i contributi (che per i primi anni saranno agevolati). Inoltre per rimanere iscritti all’Albo sarà necessario aprire anche una partita IVA.
Alternative all’esame di abilitazione
Infine precisiamo che ci si può iscrivere all’Albo degli Avvocati senza sostenere l’esame di abilitazione se:
- Si è stati professori universitari di ruolo in materie giuridiche per cinque anni;
- Si è stati magistrati ordinari, militari, amministrativi o contabili;
- Si è esercitato il ruolo di Avvocato dello Stato.