Il Bonus Merito per i docenti, uno dei pilasti fondanti della riforma della scuola introdotta dal Governo Renzi “La Buona Scuola” è stato abolito dall’attuale governo Pd-5 Stelle, forse per questa abolizione nessuno verserà lacrime poichè ritenuto uno dei provvedimenti più odiati dai docenti, cioè i destinatari di questo Bonus economico.
Il sottosegretario all’istruzione Peppe De Cristofaro ha spiegato che i fondi messi a disposizione per il Bonus Merito Docenti sarà spostato sul Fis (fondo d’istituto e autonomia scolastica) e per tanto ritornano nella disponibilità della contrattazione di istituto e dunque ai docenti.
Una mezza rivoluzione che si ripercuote anche sull’organismo scolastico (il comitato di valutazione) che finora ha stabilito le regole per assegnare il bonus.
Non è ancora chiaro se la novità, che dal 2015/2016 ha creato momenti di ulteriore divisioni tra i docenti “bravi” e quelli considerati “meno bravi”, partirà dall’anno in corso o dal prossimo.
Generalmente infatti le norme della legge di Bilancio si avviano dal primo gennaio. Ma per l’anno scolastico in corso le somme sono state già accreditate alle scuole. Il governo e il ministero dell’Istruzione, com’è avvenuto per l’Alternanza scuola-lavoro, potrebbe intervenire anche in corso d’anno. In questo caso si dovrebbero riaprire tutte le contrattazioni d’istituto concluse entro lo scorso 30 novembre.
Sull’abolizione del Bonus Merito non sono mancate le dichiarazioni dei sindacati come quelle di Marcello Pacifico, presidente Anief, il quale afferma che:
lo spostamento del bonus merito nel fondo d’istituto è un provvedimento che non coglie il cuore del problema dei compensi dei docenti e del personale Ata: i nostri decisori politici sanno bene che la priorità rimane quella di vincolare gli stipendi, ridotti ai minimi termini, al costo della vita che è più avanti di quasi 10 punti percentuali”.
Mentre Maddalena Gissi, a capo della Cisl scuola, afferma che:
accogliamo con favore la novità che dirotta i fondi del Bonus nella contrattazione d’istituto, anche se da tempo rivendichiamo cifre ben diverse per l’intera categoria del personale della scuola. Diciamo che almeno questi fondi, già esistenti, verranno spesi meglio.