La sentenza emessa dal Tribunale amministrativo regionale di Napoli che ha riconosciuto 300 euro al mese a una ragazza gravemente disabile che aveva solo 12 ore di sostegno a settimana pur avendo diritto a 40 ore è destinata ad aprire innumerevoli contenziosi da parte delle famiglie con studenti disabili che chiederanno un risarcimento al Ministero dell’Istruzione.
Il TAR di Napoli ha emesso una sentenza (sentenza 5668, depositata il 2 dicembre scorso) nella quale il Miur viene riconosciuto colpevole di non aver fornito le ore di sostegno necessarie nei confronti di moltissimi studenti disabili, ovviamente la sentenza ha preso in esame un singolo caso, ma che ovviamente sarà possibile traslare ad altrettanti studenti disabili che si sono trovati nella medesima condizione dello studente oggetto della sentenza.
Stando alle carte il Miur deve risarcire la famiglia di questo studente disabile il quale nonostante avrebbe dovuto avere un certo numero di ore di sostegno la settimana, ne ha ricevute meno della metà.
Secondo il Messaggero se tutte le famiglie dei ragazzi senza sostegno facessero ricorso, i risarcimenti da parte del ministero dell’istruzione ammonterebbero a 500 milioni di euro all’anno.
Una sentenza figlia del precariato nella scuola, infatti oggi 1 docente di sostegno su 3 è precario e uno studente su tre, tra quelli con disabilità, non ottiene le ore di sostegno previste dalla certificazione medica.
Una situazione quella dei docenti di sostegno precari che si protrae da molti anni e che l’attuale Governo sta cercando di risolvere con la pubblicazione di nuovi bandi che permetteranno di assumere in maniera stabile nuovi docenti di sostegno.
Secondo gli ultimi dati pubblicati nell’anno scolastico 2019-2020 sono circa 150mila i posti di sostegno complessivi e, tra questi, quelli in deroga sono oltre 50mila: un docente su tre, quindi, è un supplente, ha un contratto fino alla fine delle lezioni.
Sempre nell’anno in corso, infatti, i ragazzi con disabilità di vario tipo e comunque tutti aventi diritto al sostegno sono circa 260mila: la metà presenta una disabilità grave quindi dovrebbe avere un docente di sostegno al fianco, con un rapporto di 1 a 1.
Tornando alla sentenza emessa dal TAR di Napoli, il caso ha riguardato una bambina di scuola dell’infanzia per l’inclusione della quale sono state assegnate solo due ore e mezza di sostegno al giorno. La famiglia ha presentato ricorso al TAR ritenendo la misura inadeguata al bisogno educativo della piccola e, quindi, a garantirle l’esercizio del diritto all’inclusione scolastica.
I genitori hanno inoltre richiesto la condanna del Miur al risarcimento del danno non patrimoniale, quantificato in mille euro per ogni mese in cui non è stato assegnato il sostegno nel rapporto 1/1.
Il Tar Campania ha accolto il ricorso ed ha condannato il Miur al risarcimento del danno, motivando la decisione in una sentenza di oltre 100 pagine che afferma il diritto di un alunno con disabilità all’assegnazione di un numero di ore di sostegno adeguato alla sua specificità. La particolarità della sentenza è però nel fatto che è stata accolta la domanda di condanna al risarcimento del danno non patrimoniale.
Il Tar campano ha evidenziato il ruolo del Piano Educativo Individualizzato (PEI), quale culmine della fase procedimentale volta all’assegnazione dell’insegnante per ciascun alunno, all’interno del D. Lgs. n. 66/2017, che impone al dirigente scolastico di attribuire a ciascun alunno disabile un numero adeguato di ore di sostegno.
I giudici hanno accolto la domanda di accertamento del diritto della bambina ad avere la presenza dell’insegnante di sostegno per l’intero orario di frequenza scolastica. Tale disposizione, infatti, si configura come l’unico modo per tutelare il diritto all’istruzione.
Per tale ragione, nel PEI devono essere obbligatoriamente indicate le ore di sostegno necessarie all’esercizio del diritto allo studio, al fine di scongiurare che gli alunni fruiscano solo formalmente del percorso di istruzione.