A partire da gennaio 2020 per i beneficiari del Reddito di Cittadinanza potrebbero esserci delle spiacevoli soprese, secondo gli ultimi dati sono in moltissimi i beneficiari del sussidio economico che sarebbero stati convocati dai centri per l’impiego al fine di cercare un lavoro e che non si sarebbero presentati e questo secondo la normativa vigente mette a rischio la ricezione dello stesso reddito da parte di coloro che non si presentano alle chiamate.
Secondo i dati forniti da gennaio 2020 potrebbero essere sospese circa 100.000 carte del reddito di cittadinanza, fino ad oggi sono stati convocati nei centri per l’impiego oltre 422 mila sussidiati arruolabili ma in 91 mila hanno disertato il primo appuntamento: coloro tra questi che non risponderanno alla seconda chiamata si vedranno disattivare la tessera il mese prossimo, come previsto dalla legge.
A questi si aggiungono 15 mila percettori segnalati all’Inps dagli operatori preposti affinché vengano sottoposti a ulteriori controlli perché apparentemente privi dei requisiti di cui è necessario essere in possesso per avere diritto al sostegno.
Dunque al momento sono in tutto circa 106.000 i beneficiari sul filo del rasoio che rischiano la disattivazione delle carte. Stando ai dati forniti dall’Anpal, finora in 28.763 hanno ottenuto un contratto, la maggior parte dei quali peraltro con le vecchie procedure, ovvero senza passare per i famosi patti per il lavoro.
La buona notizia è che rispetto all’ultima rilevazione del 21 ottobre la platea di beneficiari che ha trovato un impiego è aumentata del 63,6 per cento. Ma cosa rischiano invece i percettori dell’assegno che si rifiutano d’intraprendere un percorso d’inserimento lavorativo?
I beneficiari della misura a dire il vero dovevano essere convocati nei centri per l’impiego per firmare il contratto che li impegna a trovare un impiego entro 30 giorni dal riconoscimento del bonus, ma considerato che le chiamate sono partite solo all’inizio di settembre a causa di problemi tecnici si è scelto di chiudere un occhio in questa fase come si trattasse di una sorta di periodo di prova.