Una scuola superiore di Susa ha avviato un singolare esperimento il quale prevede gite gratuite per gli studenti a patto che per 15 giorni non usino i loro cellulari staccandosi dalla connessione web e dall’uso dei social network nei giorni che vengono stabiliti dalla scuola, un singolare esperimento che vuole allo stesso tempo promuovere un uso consapevole degli smartphone che oggi sono diventati un’estenzione del nostro stesso corpo, quasi come un braccio o una mano.
L’iniziativa lanciata dalla scuola prevede divieto di uso del cellulare dalle 8 alle 14 (o alle 16 nei giorni in cui è previsto il rientro pomeridiano) tutti i giorni fino ad arrivare ad un massimo di 15 giorni complessivi, l’iniziativa prevede anche una giuria composta da un docente, uno studente, un bidello, un tecnico e un genitore, che selezionerà i vincitori.
L’iniziativa non ha coinvolto tutta la scuola ma una sola classe che se riuscirà a rispettare le regole dell’iniziativa protranno godere di una gita completamente gratis.
La preside dell’Istituto ha spiegato che se non c’è un progetto curricolare definito, il cellulare è un’arma pericolosa, la scuola lavora costantemente per promuovere un uso consapevole dello smartphone e l’iniziativa rientra proprio in questo lavoro quotidiano che insieme ai docenti mettiamo in pratica.
La scuola è composta da 700 studenti tra i 14 e i 19 anni: non si conosce ancora il numero dei partecipanti perché la scadenza per l’adesione non è ancora arrivata. “Alla fine io spero che stando due settimane senza cellulare in qualcuno nasca l’idea che si può vivere anche senza cellulare”, conclude la dirigente scolastica.
L’istituto scolastico è lo stesso che qualche mese fa ha proposto di mandare bulli e ragazzini che non rispettano le regole a fare lavori socialmente utili, in accordo con il Comune: anche in questo caso erano arrivate parecchie critiche da parte di chi temeva che i ragazzini potessero essere additati come delinquenti, ma la scuola aveva risposto che avrebbero partecipato alle attività insieme a chi fa l’alternanza scuola-lavoro. Di fatto, per ora, non è stato necessario procedere in questo senso.