Sono molte le ipotesi che si aggirano intorno alla chiusura dell’anno scolastico per gli studenti che ormai sono impossibilitati, vista l’emergenza, a partecipare alla vita scolastica quotidiana. C’è chi propone il 6 politico, chi chiede di poter ripetere l’anno, e chi ancora chiede di promuovere tutti a giugno con però i debiti da saldare poi nell’anno successivo. Mentre si attendono le disposizioni della Ministra Azzolina sono tante le persone che hanno voglia di far sentire la loro voce e per questo c’è ancora molta conclusione, l’idea però che sembra apparire alla fine del tunnel è proprio quella di promuovere tutti quanti con debiti scolastici che evidenziano le materie in cui i studenti hanno conseguito lacune e debbano recuperarle.
A tal proposito si pensa al modello attuato nel 1994 quando il Ministro d’Onofrio abolì gli esami di riparazione inserendo però dei corsi di recupero da svolgere tra agosto e settembre con poi tre prove nel corso dell’anno successivo per verificare l’apprendimento da parte dello studente. Le idee sono moltissime, intanto vi riportiamo la lettera di una studentessa di Trento:
Gentile Direttore,
sono una studentessa del liceo classico G. Prati di Trento, ormai già all’ultimo anno.
Ho letto che la Ministra Azzolina avrà pieni poteri sulla decisione della modalità di effettuazione dell’Esame di Stato, e mi chiedevo: verrà assicurato davvero il meglio per gli studenti? E, dal momento che spesso sono gli scritti a essere il punto di forza di tanti maturandi, basare un esame interamente e unicamente su un colloquio orale, come si sta pensando di fare, è davvero saggio? E, poiché l’esame orale sarebbe online, se a qualche studente saltasse la connessione a internet o non avesse gigabyte a disposizione, sarebbe considerato “non valutabile”, un escluso, solamente perché non aveva i mezzi materiali per affrontare l’esame? E non è fin troppo facile copiare o avere “aiuti” sottomano durante un colloquio online? Non so, tutto questo mi lascia assai perplessa.
Sono tanti i “maturati” che sostengono che il voto di maturità equivalga più o meno alla media di fine anno di uno studente (ad esempio, se una persona avesse come media finale 7,5, allora il voto di maturità molto probabilmente si aggirerebbe intorno al 75), dunque in proposito mi chiedo anche: non avrebbe forse più senso, in questa situazione, che venissimo promossi con il voto che risulta dalla nostra media scolastica di fine anno? E che chi non arrivasse alla sufficienza venisse promosso con il sei? Penso che questo possa essere un ottimo punto d’incontro per tutti.
Caterina Dallapé