La data che segna la rieapertura delle scuole e l’inzio dell’anno scolastico 2020-2021 si avvicina con estrema rapidità, mancano circa 15 giorni alla riapertura delle scuole e le incognite sono ancora molte, tra i timori legati ad eventuali contagi tra gli studenti e i problemi legati all’assunzione di docenti e personale scolastico, quello in arrivo si preannuncia un anno scolastico molto difficile e complicato sotto molti punti di vista.
Sotto l’aspetto delle assunzioni di docenti e di personale scolastico i sindacati lanciano l’allarme, secondo l’AGI la segretaria nazionale Lena Gissi per il prossimo anno scolastico serviranno almeno 250 mila supplenti per la ripartenza o sarà il caos, e questo nonostante il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, abbia assicurato che non ci saranno problemi grazie al decreto finalizzato all’assunzione a tempo indereminato di 80mila docenti.
Secondo i sindacati le assunzioni garantite dal Governo non arriveranno in tempo per garantire l’avvio dell’anno scolastico senza troppi problemi, secondo la denuncia dei sindacati le risorse non verranno assunte per tempo creando ulteriore caos alla già caotica situazione dovuta alle misure per prevenire il contagio da Covid 19.
I sindacati mettono in luce la particolare situazione di alcune regioni Italiane come la Lombardia dove il rischio di dover ridurre l’orario scolastico o di riaprire a giorni alterni è serio, parlando soltanto di “organico Covid il budget assegnato alle regioni è di almeno il 15 o 20% in meno delle richieste”, mentre nella regione “servivano 220 milioni”, ma ne arriveranno a malapena 205.
“Si è lasciato alle singole scuole di gestire gli organici e si procederà con assegnazioni d’ufficio, ma crediamo che dopo i primi 15 giorni si andrà in difficoltà”.
A Milano, in modo particolare, viene specificato, “per la scuola primaria il 96% delle famiglie ha chiesto il tempo pieno”, che nel “91% dei casi è stato autorizzato”, ma “l’organico è insufficiente e c’è il serio pericolo che non sarà possibile garantire il servizio”. Non va meglio per la scuola dell’infanzia “dove se non arriva un congruo numero di persone si sarà costretti a procedere con l’orario ridotto”.
Ma non finisce qui in Lombardia, secondo l’Agi, che ha visto i dati, i numeri sono rilevanti: le scuole dell’infanzia hanno bisogno di 4250 docenti, 400 per la scuola primaria, 200 per la secondaria primo grado, 750 diplomati di secondo grado e 5800 collaboratori scolastici”, ma “allo stato attuale la copertura è al massimo del 60%”.
Stesso discorso in Piemonte dove – spiega ancora Gissi -, su 2.800 posti vacanti solo 2 sono le assegnazioni: le altre cattedre rischiano di rimanere senza prof. Attendiamo una risposta dalle ‘call veloci’ ma sappiamo che non sarà risolutiva”.
Ciò per cui si soffre maggiormente è la carenza di personale Ata, che “dovrà garantire la sorveglianza in ingresso e in uscita e l’igienizzazione dei locali”.
Un conto semplice, viene pure specificato, potrebbe dare un risultato preoccupante: “Alcuni istituti hanno chiesto fino a 12 persone. In Lombardia ci sono 5800 ‘bidelli’ disponibili su 1181 scuole: la media fa appena 4. Sono chiare le difficoltà a tenere aperto con queste premesse”.