A Piazza del Popolo a Roma lo scorso 26 settembre si è tenuta una delle prime manifestazioni dei docenti. I docenti sono scesi in piazza per protestare la mancata nomina di una parte consistente delle 200 mila supplenze annuali. Diversi i problemi riscontrati dai docenti all’inizio del nuovo anno scolastico, tra cui la riduzione dell’orario scolastico, alle superiori è tornata la didattica a distanza, per non parlare dei problemi di composizione delle Gps che non aiutano.
Cristina Tagliabue, una delle promotrici dell’evento ha affermato che il movimento è nato per immaginare collettivamente l’istruzione, inoltre chiedono che dal mese di aprile la scuola sia in presenza, in sicurezza e in continuità, senza turni, senza riduzioni di orario.
Anche Anita Pelagi, del coordinamento nazionale precari, si è unita alla protesta e ricorda che l’anno scolastico inizia con 200 mila precari, molti dei quali ancora da nominare perché il ministero che ha messo in piedi graduatorie zeppe di errori senza ascoltare né cambiare rotta. Secondo la Pelagi il precario non può continuare a vivere nei tribunali per esercitare il proprio lavoro: lasciare un precario a vita è un modo vigliacco per agire. Dovevamo essere assunti dal 1° settembre e invece no: chi ne paga le conseguenze sono i docenti, il personale, i dirigenti.
La ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina a tal proposito ha affermato che solo qualche istituto che fa i doppi turni, ma sugli spazi è stato fatto un grande lavoro. Inoltre la Ministra afferma che nella scuola sono state investite grandi risorse: solo per la Sicilia sono stati erogati 32 milioni di euro per l’edilizia scolastica leggera, per fare lavori, e altri 13 milioni e mezzo per l’affitto di nuovi spazi, senza dimenticare i 20 milioni di euro per gli studenti non abbienti, per l’acquisto di libri e kit didattici.
Il Ministero dell’Istruzione sostiene entro la prossima settimana verrà completata la nomina dei supplenti annuali da parte degli Uffici scolastici territoriali. Già oltre l’80% dei posti che potevano essere coperti scorrendo le graduatorie provinciali sono stati dati, ma si continuerà con le nomine per il cosiddetto ‘organico Covid’, che è personale in più (a tempo determinato) con particolare attenzione soprattutto nella scuola dell’infanzia e primaria.
I sindacati però confermano ancora che sono in disaccordo con le procedure in atto in quanto per la Cisl Scuola è stato nominato finora meno del 50% del personale precario e si è in ritardo rispetto agli anni scorsi. In alcuni territori la situazione è molto preoccupante come in Lombardia e anche nella regione Lazio, dove la copertura dei posti è al 60%.