La Didattica a distanza ormai da mesi è stata utilizzata come arma per evitare i contagi coronavirus nelle scuole, ma nell’arco di questi mesi diversi sono i disagi avvertiti dagli studenti. Sebbene la dad non ha lasciato gli studenti senza formazione scolastica, ha influito però negativamente sui loro modi di affrontare la vita, ecco quanto è emerso da un’indagine condotta dall’Ordine degli psicologi.
Nel corso dei mesi della dad tanti sono gli appelli lanciati per la riapertura della scuola, in quanto da oltre 170 giorni una classe non si riunisce tutta insieme e gli specialisti a tal proposito hanno verificato che 1 studente su 3 ha sviluppato un disturbo di tipo ansioso-depressivo.
I dati riportano che un campione di 600 soggetti tra i 12 e i 19 anni risulta che 1 su 3 ha sviluppato un disturbo di tipo ansioso-depressivo, inoltre nell’indagine si evidenzia l’aumento dei tentativi di suicidio e dei suicidi, affermano gli specialisti del Gaslini di Genova, dell’Istituto Mario Negri di Milano e del Regina Margherita di Torino.
Il presidente del Consiglio nazionale dell’Ordine degli psicologi, Davide Lazzari afferma che il virus apre nei ragazzi ferite invisibili, le più insidiose, e occorre prestare attenzione, in quanto i dati svelano che fra i ragazzi costretti a casa c’è un senso diffuso di stress, irritabilità e depressione.
Gli psicologi ritengono che la scuola è una struttura di riferimento e chiuderla mentre si riaprono le attività commerciali trasmette ai ragazzi disattenzione nei loro confronti.