In virtù del nuovo Ccnl 2019-2021 del comparto Istruzione e ricerca, disegnato dal ministro della Pa, Renato Brunetta, si attendono aumenti in busta paga per i docenti. 850mila sono i docenti italiani, inclusi i precari che possono vedersi accreditare in busta paga un aumento stipendiali pari a 50-55 euro netti.
Solo 50-55 euro netti in busta paga per un settore che secondo l’ultimo conto Aran occupa i bassifondi stipendiali del pubblico impiego. Secondo i calcoli dei tecnici del governo e dei sindacati di categoria con riferimento la dote attualmente sul tavolo per i rinnovi degli statali tale aumento stipendiale dovrebbe garantire, un incremento del 4,07% della retribuzione pari a circa 107 euro medi mensili.
Dai fondi messi a disposizione per la pa dovranno essere sottratti i 575 milioni utilizzati per pagare l’indennità di vacanza contrattuale, l’elemento perequativo e i trattamenti accessori del personale militare e di polizia e vigili del fuoco.
Per il settore dell’istruzione dovrebbero andare 1,7-1,8 miliardi, che garantirebbero circa 87 euro di incremento medio loro mensile (compreso l’elemento perequativo da 11,50 euro medi previsto dal precedente Ccnl 2016-2018 firmato Valeria Fedeli).
Va comunque aggiunta l’operazione “taglia-cuneo”, confermata nel 2021, portata a regime sempre con l’ultima legge di bilancio, agli 87 euro.
Già da luglio scorso molti lavoratori del settore scuola stanno percependo incrementi fino a 100 euro netti al mese.
Il ministro Patrizio Bianchi ha proposto ai sindacati un incontro per discutere del “Patto per l’istruzione” con riferimenti agli aumenti e all’atto di indirizzo all’Aran che aprirà la trattativa negoziale. Il premier Mario Draghi, da Brunetta e dai leader di Cgil, Cisl e Uil lo scorso 10marzo 2021 hanno firmato il protocollo sul lavoro pubblico e tale firma potrà creare un intesa che per l’istruzione potrebbe avere tre declinazioni importanti come la valorizzazione della “contrattazione decentrata”.
Previsti aumenti dei fondi per l’offerta formativa, la Dad cambia denominazione e ora si chiama Ddi, da disciplinare nel Ccnl come smart working del corpo docente anziché essere confinata nel contratto integrativo come accaduto, anche la nuova formazione docenti darà i suoi frutti grazie alle introduzioni di formazioni digitali.
Almeno stando alle schede sul Piano nazionale di ripresa e resilienza inviate in Parlamento la settimana scorsa.
1,2 milioni Comparto Istruzione Di questi circa 850mila sono docenti (precari inclusi)
107 euro Aumento medio Per gli statali lo stipendio medio crescerà del 4,07%
87euro Incremento scuola È la stima sindacale dell’aumento per i prof