Secondo quanto stabilito dal Decreto Ministeriale, un insegnante, per poter andare in pensione è necessario presentare la domanda a inizio anno per potersi considerare pensionati a tutti gli effetti a partire dal primo di settembre.
Fatta esclusione per alcune eccezioni specifiche e motivate, la domanda di pensione, come quella di prepensionamento e part-time, va presentata sul sito istanze online. In primo luogo occorre effettuare l’accesso al sito, dopo di che si può entrare nella sezione apposita (Cessazione On-line – Personale Docente e ATA). Si aprirà una schermata correlata anche delle dovute direttive per compilare la domanda.
Oltre alla domanda di cessazione inviata sul portale istanze online, come si può leggere su Pensioni Economia Italia, occorre presentare direttamente all’INPS anche la domanda di pensioni. I metodi di presentazione sono:
- online previa registrazione o accesso al portale se già registrati in precedenza;
- Contact server, un servizio telefonico attivo 24 ore su 24 in 8 lingue e che fornisce informazioni e servizi, reperibile da fisso al numero verde 803164, se invece chiamate con il telefonino dovete usare il numero 06164164 a pagamento secondo il proprio piano tariffario;
- presentazione telematica ma con assistenza del Patronato.
Ma vediamo quali sono i requisiti necessari per poter andare in pensione. Quelli posseduti prima della Legge Fornero, quindi entro il 31 dicembre 2011 e ancora validi ai fini pensionistici sono:
- Vecchiaia: L’età pensionabile per i docenti, sia uomini che donne, è di 65 anni, ma le donne possono facoltativamente andare in pensione anche a partire dai 61 anni.
- Anzianità di servizio: 40 anni come requisito massimo.
- Quota 96: si può andare in pensione anche quando la somma degli anni d’età e di quelli di servizio arriva a 96, considerando che vengono contati anche i mesi al fine di raggiungere la soglia.
Esiste, inoltre, un’opzione donna ancora valida per quest’anno solo se i requisiti sono stati maturati entro 31 dicembre 2015 e prevede come età anagrafica 57 anni e 3 mesi e come contributi 35 anni.
Con la legge 214/11, nota comunemente come Legge Fornero, i requisiti per accedere al pensionamento sono cambiati in maniera sostanziale per gli insegnanti. Vediamo cosa è diventato necessario avere:
- Vecchiaia: 66 anni e 7 mesi da compiere entro e non oltre il 31 dicembre del 2017. Il requisito è valido sia per gli insegnanti uomini che per le donne.
- Anzianità di servizio: sono richiesti almeno 20 anni di contributi.
Per quanto riguarda invece la pensione anticipata, per gli uomini è possibile chiederla al raggiungimento di 42 anni e 10 mesi di anzianità contributiva, per le donne a 41 anni e 10 mesi di contributi. In entrambi i casi il requisito deve essere raggiunto entro il 31 dicembre 2017.
Inoltre, con la nuova legge di bilancio, è stata introdotta una novità che in qualche modo coinvolge anche le pensioni insegnanti. Si tratta dell’APE Social, vale a dire l’anticipo pensionistico. Si tratta di un servizio sperimentale che per il momento sarà valido solo fino al 31 dicembre 2018. Nel corso di questo periodo di prova si vedrà se confermarlo o meno. In maniera sintetica si può dire che l’APE Social si differenzia dal classico anticipo pensionistico in quanto non prevede alcuna restituzione di somme allo Stato.
Ovviamente, il servizio non è disponibile per tutti, ma solo per alcune categorie di lavoratori. Tra queste rientrano gli insegnanti delle scuole materne, perché si tratta di un mestiere riconosciuto come usurante. In linea generale i requisiti per accedere all’APE Social sono:
- 6 anni continuativi di attività gravosa e usurante;
- 41 anni di anzianità contributiva.
L’indennità di fine servizio in questo caso, come in un normale prepensionamento, viene assegnata al momento in cui si raggiunge l’età pensionistica stabilità dalla legge Fornero.