Dopo tanti anni di studio, la massima aspirazione dopo tanti concorsi è quella di accedere al famigerato “posto fisso” come docenti in un istituto scolastico, ma la questione del tanto atteso lavoro va ben oltre la questione lavorativa, ma mette innanzi a tanti docenti la scelta tra la famiglia e la terra di appartenenza e lo stipendio da docente.
Ebbene si, tanti italiani tengono di più alla terra di appartenenza che allo stipendio da docente, in quanto sarebbe dura dover far le valigie e separarsi dalle famiglie per trasferirsi in una scuola del nord, e questione ancora più sconfortante se si è in età molto avanzata.
I dati pervenuti a partire a soli dopo 9 giorni di servizio dall’inizio del servizio docenti, pare che già 50 insegnanti della regione Campania, in particolare della città di Salerno hanno presentato richiesta di aspettativa annuale senza retribuzione per motivi familiari, ma pare che non siano i soli in quanto in questi giorni altre decine di docenti stanno prendendo in considerazione l’idea di presentare istanza di aspettativa, altri invece stanno pensando addirittura al licenziamento.
La situazione che mette a riflettere tante persone in attesa di occupazione fa rabbrividire, ma forse il cuore dei docenti del sud è tanto grande come tanto è l’attaccamento alle proprie origini, tanto da rinunciare allo stipendio da docente.
Conti alla mano, su 2.165 domande di avvicinamento annuale presentate da insegnanti di ruolo titolari al nord (Liguria, Toscana, Lombardia, Emilia, Romagna e Lazio) solo 700 sono state le autorizzazioni. Le istanze in questione interessato principalmente maestre delle scuole elementari con figli ma anche professoresse, che non solo si vedrebbero lontano dalle famiglie ma si vedrebbero costrette ad accollarsi spese di affitto o di viaggi dal sud al nord. Quindi la loro scelta di rinunciare o di attuare la pratica di aspettativa è dovuta più ai costi di viaggio sud-nord da accollarsi o è dovuta all’allontanamento dalla famiglia e dalla propria terra?