Quando si parla di concorsi pubblici generalmente vi sono una riserva di posti che viene dedicata a coloro che appartengono alle categorie protette, lo prevede proprio una legge dello stato la Legge 68 / 99, che contiene e regola proprio la normativa relativa al diritto al lavoro dei disabili per i concorsi pubblici, dato che anche il Personale ATA viene reclutato attraverso selezione pubbliche anche in questo caso sono previsti posti per gli appartenenti alle categorie protetto ma quali riserve ci sono? chi ne ha diritto? In questo articolo andremo a vedere in maniera dettagliata proprio queste domande per fornire risposte precise a tutti coloro che cercano informazioni su questo argomento.
Come abbiamo già anticipato anche quando si effettuano selezioni pubbliche per assumere Personale Ata all’interno delle scuole vi sono dei posti che sono riservati ai lavoratori che fanno parte delle categorie protette, quando vengono pubblicati i bandi per l’inserimento o l’aggiornamento dei punteggi nelle graduatorie tra i titoli valutabili c’è anche quello di riserva, ovvero di aver diritto ad accedere alle assunzioni riservate agli iscritti nelle liste del collocamento obbligatorio.
Per quanto concerne il titolo di riserva è valido solo per le assunzioni a tempo indeterminato e a tempo determinato per i profili A e B del personale ATA, che vengono effettuate attraverso lo scorrimento delle graduatorie provinciali permanenti, dei corrispondenti elenchi provinciali ad esaurimento e delle graduatorie provinciali ad esaurimento di collaboratore scolastico per le supplenze, ma facciamo qualche esempio per comprendere meglio il tutto.
Se un lavoratore che appartiene alle categorie protette può far valare questo titolo e pertecipare al concorso ATA 24 mesi, per inserirsi o aggiornare i punteggi nelle graduatorie permanenti provinciali del personale ATA che ha già maturato 24 mesi di servizio, ci sono però delle eccezzioni come le graduatorie di circolo e di istituto di terza fascia dove non vi sono posti di riserva, lo stabilisce l’art. 1, comma 5, del DM 640 del 30 agosto 2017.