Ormai da anni è molto diffusa all’estero l’opportunità concessa a molti giovani di lavorare e di studiare, in tal modo lo studente oltre ad acquisire nozioni fondamentali sarà anche in grado di svolgere attività tecniche. A tal proposito sembra che anche il nostro Paese si stia preparando alla nuova opportunità, ideale per molti giovani che desiderano studiare e lavorare, la novità è stata riportata in un articolo sul quotidiano Il Sole 24Ore.
Contenuta nella riforma della Buona Scuola è la legge n. 107 del 13/07/2015 che tratta il concetto di obbligatorietà dell’alternanza scuola lavoro a partire dalle classi terze di ogni scuola secondaria di secondo grado da includere nel Piano Triennale dell’Offerta Formativa, la diffusione dell’apprendimento basato sul lavoro è al centro delle recenti indicazioni europee e della strategia “Europa 2020”. Insomma un’esperienza formativa innovativa per unire sapere e saper fare, orientare le aspirazioni degli studenti e aprire didattica e apprendimento al mondo esterno in quanto l’unica risposta strutturale alla disoccupazione è una scuola collegata con il mondo del lavoro.
Prerogativa della nuova modifica di legge è la formazione dei giovani non solo da un punto di vista accademico, ma anche da un punto di vista pratico, per poter così avere immediato accesso nel mondo del lavoro. Con la formazione tecnica gli studenti potranno raggiungere così competenze necessarie per costruire propri percorsi di lavoro, e perché no formare giovani disposti a intraprendenza imprenditoriale.
Il MIUR sta preparando una bozza per i Chiarimenti interpretativi, da inviare ai presidi, sull’alternanza scuola lavoro, la bozza riguarderebbe nuovi vincoli burocratici in contrasto con l’autonomia scolastica e soprattutto con le nuove politiche del lavoro.
Uno dei punti critici da affrontare nel testo è il ricorso alle Agenzie per il lavoro, per il quale invece si riserva una serie di paletti e freni per mantenere un ruolo centrale dell’istituzione scolastica.
“Progetto formativo” dovrebbe divenire parte integrante della convenzione tra istituto e azienda e occorrerebbe affrontare poi il tema delle ore di pratica da svolgere nelle imprese durante il periodo di sospensione delle attività didattiche.
Secondo Confindustria è necessario guardare al futuro e sostenere l’alternanza scuola lavoro e sostenere la presenza di studenti e professori nelle aziende, durante tutto l’anno, per migliorare la didattica, e aprire nuove frontiere per la ricerca scientifica-industriale per consentire incremento occupazionale.