E’ la singolare vicenda che vede protagonista uno studente di seconda media, bocciato dai suoi docenti per via delle numerose assenze e dei pessimi voti, ma che poi è stato promosso dal Tar del Friuli Venezia Giulia e per tanto potrà continuare gli studi iscrivendosi alla terza classe delle scuole medie.
Una vicenda che apre sicuramente anche un precedente in materia, ma andiamo con ordine e vediamo come si è arrivati alla sentenza del Tar del Friuli Venezia Giulia. Lo studente era stato bocciato per via delle numerose assenze e dei pessimi voti durante l’anno scolastico, per questo i docenti avevano deciso di bocciarlo e non ammetterlo alla classe successiva, dietro la bocciatura dello studente c’era sicuramente la situazione familiare non positiva, infatti i due genitori dello studente erano separati e l’ambiente familiare non certamente positivo ha influenzato sicuramente l’andamento scolastico dello studente, che l’anno precedente aveva tutti ottimi voti.
Il ricorso è stato presentato dal padre dello studente che non era al corrente della situazione scolastica del figlio, l’istituto infatti aveva dato comunicazione solo alla madre dello studente, il padre quindi ha impugnato la bocciatura e si è rivolto al tribunale, secondo il padre se fosse stato informato della situazione sarebbe potuto intervenire in qualche modo evitando allo studente di essere bocciato.
Il Tribunale amministrativo regionale ha dato ragione al padre e torto alla scuola, secondo il Tar quest’ultima avrebbe violato la «tutela della bigenitorialità in ambito scolastico»: dell’andamento negativo era stata infatti informata soltanto la madre, anche se per entrambi i genitori, separati, era stato disposto l’affidamento congiunto del figlio.
La mancanza da parte della scuola di informare anche il padre ha impedito a quest’ultimo di adottare una serie di rimedi, come era successo in un precedente anno scolastico, concluso con «esito più che positivo» in una scuola di Trieste, quando il ragazzo è stato seguito dal padre e ha evidenziato capacità di recupero.
Una sentenza che sicuramente apre un precedente per tutti quei genitori che vivono in una situazione familiare del tutto simile a quella vissuta dallo studente del Friuli Venezia Giulia