Appena diffusi i dati Istat sull’Aspettativa di vita, dati molto attesi soprattutto per quanto riguarda l’ambito pensionistico, infatti per alcuni provvedimenti legati proprio alle Pensioni il governo era in attesa dei dati che l’Istat avrebbe fornito sull’Aspettativa di vita, stando a quanto ci dice l’Istituto Nazionale di Statistica che l’aspettativa di vita raggiunti i 65 anni di età è di 20,7 anni, cinque mesi in più rispetto ai dati registrati nel 2013, stando ai dati ed alle attuali normative, l’età per la pensione di vecchiaia dovrebbe arrivare a 67 anni nel 2019.
I dati forniti dall’Istat vanno oltre la semplice Aspettativa di Vita, ci dicono che i più longevi di tutta italia abitano in Trentino Alto-Adige, mentre quelli meno longevi sono residenti in Campania, si calcola che le donne residente in Trentino Alto-Adige vivano per circa 86,1 anni mentre le donne che abitano in Campania vivono fino agli 83,4 anni, dati leggermente diverse per gli uomini, dove il campo di variazione è più contenuto ed è pari a 2,3 anni, ossia alla differenza che intercorre, come tra le donne, tra la vita media dei residenti in Trentino-Alto Adige (81,2) e i residenti in Campania (78,9).
Il dato sull’Aspettativa di vita era molto atteso anche dai sindacati che subito hanno commentato le statistiche appena arrivate, i sindacati evidenziano come non tutti i lavori siano uguali tra loro ed il governo deve mantere fede agli impegni presi, cioè il blocco dell’adeguamento all’aspettativa di vita previsto per il 2019 e l’avvio del confronto per una modifica dell’attuale meccanismo per superare e differenziare le attuali forme di adeguamento, tenendo conto anche delle diversità nelle speranze di vita e nella gravosità dei lavori, a chiederlo sono le più importanti sigle Cgil, Cisl e Uil, che inoltre esprimono anche alcuni dubbi sui dati che l’Istat ha fornito.
Anche Susanna Camusso ha commentato i dati diffusi dall’Istat evidenziando come sia indispensabile fermare l’automatismo perverso che porta a peggiorare periodicamente l’età pensionabile dei lavoratori, il leader Sindacali evidenzia come i Dati attesterebbero, dopo un periodo di calo della speranza di vita, un aumento di 5 mesi, confermando l’urgenza di fermarsi e riconsiderare un meccanismo scorretto e penalizzante. Il governo aveva assunto l’impegno a discuterne. Prima che un automatismo sbagliato e fuori controllo continui a produrre effetti discutibili il governo lo blocchi.