Nel corso di questa settimana in molti parlano di un nuovo Bonus Draghi 600 euro in Busta Paga, ma effettivamente esiste questo Bonus? La domanda è quanto mai legittima, oramai i Bonus erogati dal Governo sono tantissimi si perde quasi il conto, ma spesso vengono pubblicate notizie su Bonus che poi in realtà non esistono, quindi la perplessità degli utenti è quanto mai legittima, nell’articolo vediamo che cos’è questo Bonus Draghi 600 euro in Busta Paga, come funziona, quali sono i requisiti, quando verrà pagato e come fare domanda.
Bonus Draghi 600 euro in Busta Paga, Requisiti, Tempi e Domanda
Diciamo subito che questo Bonus Draghi 600 euro in Busta Paga esiste, ma è giusto precisare che forse parlare di Bonus in questo caso è inappropiato, infatti si tratta piuttosto di un fringe benefit, in pratica le aziende possono usufruire di un’agevolazione economica da destinare poi ai propri dipendenti che potranno spendere in spese o per ottenere rimborsi, nell’ambito del welfare aziendale, le spese possono riguardare diversi ambiti: pagamento di luce, gas, acqua e altro.
Questa novità è contenuta nell’ultimo decreto legge Aiuti bis approvato dal governo Draghi, è stato appena convertito in legge con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale.
Ma effettivamente come funziona questa “fringe benefit”?, quali sono gli importi previsti?
Questa sorta di Bonus spetta
- i lavoratori autonomi;
- gli enti pubblici economici;
- i soggetti che non svolgono un’attività commerciale.
Restano escluse le seguenti categorie di lavoratori:
- collaboratori tipo CO.CO.CO, amministratori, lavoratori autonomi occasionali;
- altri soggetti percettori di redditi di lavoro assimilato, come per esempio i tirocinanti;
- i lavoratori delle Pubbliche amministrazioni di cui all’articolo 1, comma 2, del Decreto Legislativo 30 marzo 2001, n. 165 e degli Enti pubblici non economici.
Con l’ultimo intervento normativo l’importo del “fringe benefit” è stato alzato: si è passato da un minimo di 258 euro a un massimo di 600.
Come averlo e a chi spetta
Seconda il decreto approvato di recente un dipendente che intende beneficiare di tali somme potrà “farsi pagare” dai suoi datori di lavoro bollette per una cifra fino a 600 euro, tali somme per l’azienda è interamente deducibili, così da ridurre l’imponibile fiscale della società. Per i lavoratori, invece, sono somme non soggette a contribuzione e nemmeno a prelievo fiscale
A tale proposito, sarà necessario che il datore di lavoro richieda ai dipendenti i documenti giustificativi delle spese energetiche sostenute, come le fatture. Ciò è necessario anche per evitare che si tratti di utenze che non rientrano nell’agevolazione.
Le stesse utenze, poi, a patto che l’Agenzia delle Entrate non si pronunci diversamente, non dovranno essere necessariamente intestate al lavoratore ma anche ad un familiare convivente.
Nella disciplina sui fringe benefit, ai fini della tassazione, infatti, rilevano non solo i compensi in natura erogati al dipendente, ma anche quelli concessi al coniuge, ai figli ed agli altri familiari del dipendente, a prescindere se siano o meno fiscalmente a carico.