Le Università Italiane sono tra le più care in Europa, ma nonostante sembri che tutti diplomati di Italia aspirino ad una carriera universitaria e poi lavorativa sembra esserci un errore, in quanto pare che ben 70mila studenti hanno rinunciato all’Università, ciò è quanto è emerso da un’indagine relativa agli ultimi 10 anni. Quale è la causa della rinuncia alla formazione Universitaria? Forse tasse annue molto care o la chiusura di diversi corsi di studio?
La responsabile nazionale scuola di Sinistra Italiana, Claudia Pratelli critica le politiche degli ultimi governi in fatto di Conoscenza ed istruzione post diploma, colpevolizzandole per le 70mila rinunce all’università, in quanto inoltre è stato sottratto “oltre 1 miliardo di euro: 70mila studenti immatricolati in meno, la chiusura di corsi di studio e di dottorato, la penalizzazione degli atenei più periferici, l’espulsione dei ricercatori precari, il dilagare del numero programmato”.
I rincari delle tasse universitarie molto probabilmente sono anche dovuti proprio alle 70mila rinunce in 10 anni che hanno fatto innalzare le tasse annue per ogni studente di circa 474 euro, a sottolinearlo è proprio C.Pratelli ricordando che “un aumento vertiginoso delle tasse universitarie: +474 Euro a studente, che colloca l’Italia tra i Paesi europei con le tasse universitarie più elevate e uno dei sistemi di diritto allo studio meno generosi. Meno università, meno ricerca, meno studenti, e quelli rimasti ancor più di prima selezionati per condizione economica. Ecco il racconto di un salto indietro di 50 anni realizzato in un comodo decennio”.
La tassazione in forte aumento per il periodo di formazione universitaria è stata anche ribadita dall’Unione degli Universitari, che si sono uniti con comizi e scioperi, ma senza nessun buon risultato.
Allora davvero l’Università sta diventando per solo ricchi? Forse davvero tra pochi anni sarà così, in quanto gli studenti diplomandi a causa delle difficoltà economiche familiari non potrà più proseguire gli studi accademici, rinunciando così ai propri sogni. C.Pratelli incolpa per tale situazione la riforma Gelmini, ma afferma che si è di fronte ad un salto indietro ingiustificato, e che la strategia di riduzione e trasformazione del sistema universitario e della sua funzione, ha provocato solo danni al sistema e al Paese.