Le modifiche e la Riforma del Reddito di Cittadinanza che molti temevano è in arrivo a partire da Gennaio 2023, il Governo Meloni con l’ok alla versione preliminare della Legge di Bilancio 2023 in Consiglio dei Ministri, ha di fatto svelato quelle che saranno le modifiche e le novità sul reddito di cittadinanza e da quando entreranno in vigore, nell’articolo abbiamo raccogliamo e spieghiamo tutte le novità e le modifice in arrivo dal 2023.
Novità Reddito di Cittadinanza 2023, da gennaio ecco cosa cambia
La Meloni ancora prima che vincesse le elezioni politiche 2022 lo aveva annunciato e la parola è stata mantenuta, il reddito di cittadinanza cosi come funziona ed è conosciuto oggi cambierà a partire dal 1 gennaio 2023, le novità e le modifiche al sussidio mensile sono state introdotte nella versione preliminare della Legge di Bilancio 2023 in Consiglio dei Ministri e che verrà approvata prima della fine del 2022.
Le novità e le modifiche entreranno in vigore a partire 1° gennaio 2023, tra le novità più rilevanti c’è sicuramente la diminuzione della durata del sussidio per tutti i precettori che hanno un’età compresa tra i 18 e i 59 anni che sono abile al lavoro e che non hanno disabili in famiglia, minori o persone a carico con almeno 60 anni d’età, per questa categoria di precettori del reddito la durata massima passerà dagli attuali 18 mesi agli 8 mesi.
Ma vediamo ora tutte le Novità riassunte in maniera schematica e chiara:
- le persone tra 18 e 59 anni, abili al lavoro, ma che non abbiano nel nucleo disabili, minori o persone a carico con almeno 60 anni, hanno diritto al Reddito di Cittadinanza per un massimo di 8 mensilità. Non più, quindi, a 18 mensilità rinnovabili come è stato nel 2021 e nel 2022;
- decadenza del beneficio al rifiuto già della prima offerta di lavoro congrua, e non più alla seconda;
- obbligo di residenza in Italia per tutti coloro che percepiscono il Reddito, pena la decadenza del sussidio;
- via a un periodo di almeno 6 mesi di partecipazione a un corso di formazione o riqualificazione professionale obbligatori per tutti coloro che percepiscono il Reddito, pena la decadenza;
- più controlli e nuovi incentivi per la ricollocazione dei percettori del Reddito.
Di seguito entriamo nel dettaglio della varie novità previste
MENO MENSILITÀ RDC PER GLI ABILI AL LAVORO
Come abbiamo specificato la principale novità riguarda la duarata del reddito per la maggior parte dei precettori, parliamo di tutti coloro che hanno un’età compresa tra i 18 e i 59 anni che sono abile al lavoro e che non hanno disabili in famiglia, minori o persone a carico con almeno 60 anni d’età, per questa categoria di precettori del reddito la durata massima passerà dagli attuali 18 mesi agli 8 mesi.
Per tutte queste personale il reddito potrà durare massimo 8 mesi, mentre per tutti coloro che non rientrano in questa categoria la duarata del Reddito di Cittadinanza resterà invariato secondo gli attuali criteri in vigore.
NUOVI OBBLIGHI PER TUTTI I PERCETTORI RDC
Altra novità che entrerà in vigore a partire dal 1 gennaio 2023 sono i nuovi obblighi per chi percepisce il reddito in particolare è stato introdotto l’obbligo di residenza in Italia per tutto il periodo che si percepirà il reddito, infatti dalle indagini condotte dall’INPS è emerso che molti trascorrevano il tempo economicamente coperto dal beneficio in altri Stati Europei e non solo.
Altro obbligo per coloro che percepiranno il reddito sarà quello di impegnarsi nella formazione o alla riqualificazione professionale per un periodo di almeno 6 mesi.
DECADENZA REDDITO DI CITTADINANZA NEL 2023
Novità anche sulle casistiche che potranno beneficiare la perdita del sussidio mensile, con le novità introdotte i precettori del reddito potranno perdere il reddito di cittadinanza:
- nel caso si rifiuti la prima offerta di lavoro congrua (e non più la seconda). Si precisa che si ritiene congrua l’offerta di un lavoro a tempo determinato o parziale, nonché la prima offerta di lavoro a tempo indeterminato, in una sede entro 80 km o 100 minuti di viaggio dal luogo di residenza;
- nel caso in cui non si rispetta l’obbligo alla formazione, alla riqualificazione o alla residenza in Italia.
Nell’ottica di garantire il rispetto di questi criteri, il Governo ha anche annunciato l’avvio di controlli serrati. Resta comunque l’obbligo, pena decadenza di svolgere lavori di pubblica utilità per conto del proprio Comune.