I media fanno parte della nostra società da molto, molto tempo. Capire come “leggere” le notizie veicolate dai media e come interagirci è una competenza fondamentale per i cittadini di domani! In particolare l’avvento del così detto Web 2.0, dei social network ha creato grandi occasioni di comunicazione ed informazione “dal basso” ma ha reso ancora più complicato districarsi tra i tanti media che ogni giorno si contendono la nostra attenzione!
Non solo, la fruizione di internet in modo praticamente illimitato grazie agli Smartphone (è anche sorta una patologia denominata nomofobia che consiste nella paura di rimanere disconnessi dalla rete!), di fatto veri e propri computer portatili e creatori di documentazione video e fotografica immediatamente disponibile per essere “postata” su Facebook, Instagram o via chat, consente infinite potenzialità di apprendimento e sperimentazione ma anche dei rischi connessi ad un uso “superficiale di strumenti potentissimi”.
Sopratutto gli adolescenti (nativi digitali) sono sottoposti ai rischi maggiori dovuti ad una grande abitudine e dimestichezza con i dispositivi ma che se non guidata e formata opportunamente può provocare seri danni, si pensi solo per fare qualche esempio al Cyber bullismo o semplicemente a foto postate sui propri presidi sociali che possono essere poco opportune per la propria reputazione digitale (magari davanti ad un esaminatore per un lavoro).
Che cos’è la media education?
La Media Education è una materia di insegnamento che dovrebbe trovare grande spazio nelle nostre scuole NON riguarda solo i “new media” ma TUTTI i media (radio, televisione, cinema, giornali e naturalmente Web).
La sua nascita dipende soprattutto dallo spazio e dall’importanza che i media hanno assunto nella società il secolo scorso, arrivando a condizionare il modo di pensare e ad imporre precisi modelli comportamentali.
La Media Education, nasce e si sviluppa allo scopo di fornire ai ragazzi tutti gli strumenti idonei a comprendere meglio le dinamiche e i messaggi offerti dai media e a rielaborarli autonomamente, in maniera critica.
Media Education nascita ed evoluzione nella formazione
Verso la fine del XIX secolo, parallelamente alla nascita del cinema muto, sono nate le prime forme di educazione ai media, utili a far luce sui metodi, sulle ragioni e sui messaggi veicolati da quel nuovo canale di comunicazione, il cinema.
Col passare del tempo, l’educazione ai media si è evoluta, fino a diventare una vera e propria materia scolastica che, negli ultimi anni, ha assunto il dovere di spiegare il fenomeno mediatico ai più giovani, di tradurne i messaggi e di fornire loro tutti gli strumenti necessari per comprenderne la natura e per decodificarne il linguaggio.
La Media Education, se applicata ad internet, può essere d’aiuto per districarsi meglio nella fitta giungla dei post e delle notizie che circolano in rete (da google a Facebook), tanti sono i consigli che potrebbero essere dati ai ragazzi (ma anche a genitori e docenti che dovrebbero essere opportunamente formati per affrontare questi cambiamenti epocali), per approfondire le tematiche connesse alla media education in ambito web 2.0 segnaliamo questo articolo su netreputation.it: Minori ed internet educazione ad un uso consapevole del web. A tal proposito, insegnare ai ragazzi a gestire meglio il rapporto con i social costituisce uno dei punti cruciali della materia, considerato il ruolo preponderante che questi canali hanno assunto nella quotidianità di molti adolescenti (educare e formare su “cosa e come postare” o a riconoscere le “fake news” per esempio).
Acquisire competenza mediale
Una buona competenza mediale (in inglese “media literacy“) è la condizione che questa disciplina intende offrire ai propri allievi.
La competenza mediale che un media educator dovrebbe contribuire ad infondere, include capacità differenti che, come suggerito dal noto pedagogista Dieter Baacke, possono essere riassunte in questo modo:
1. La lettura consapevole dei contenuti offerti dai media e la loro rielaborazione critica.
2. La conoscenza dei principali sistemi di comunicazione, delle tecnologie da cui dipendono e dei fattori sociali da cui prendono origine.
3. Il miglioramento della capacità ricettiva, fattore fondamentale per trarre effettivo beneficio dai contenuti e dai messaggi veicolati dai mezzi di comunicazione.
4. La capacità di elaborare nuovi messaggi, offrendo il proprio apporto al sistema mediatico e quindi essere CREATORI di informazione e comunicazione e non semplici elementi passivi, oggi con un iPhone è possibile girare video in alta risoluzione con pochissime competenze tecniche o creare la propria web radio solo per fare un esempio.
La scuola non può rimanere indietro su queste tematiche ed è fondamentale anche pensare a percorsi per i docenti e magari anche per i genitori di adolescenti e pre-adolescenti.