Nella giornata di oggi Lunedi 13 Novembre 2017 si terrà un incontro tra Governo e Sindacati sul tema delle pensioni, in questi mesi sono stati diversi gli incontri ma quello di oggi diventa più importante di quelli precedenti, sulla Riforma delle Pensioni si affronteranno molti temi alcuni dei quali verranno inseriti nella Legge di Bilancio che in queste settimane si sta via via completando, il Governo dal canto suo preme sull’ampliamento delle categorie per le quali verrebbe bloccato a 66 e 7 mesi, vorrebbe introdurre l’aumento dell’età pensionabile che passerebbe a 67 anni dal 2019, inoltre con tutta probabilità ci dovrebbe essere l’aggiunta alla categoria delle professioni gravose di marittimi, pescatori, agricoli e siderurgici che potranno che possono già usufruire dell’Ape sociale.
Come specificato al tavolo della trattativa siederanno come sempre i Sindacati che avanzano anche loro le proprie proposte sulle Pensioni, in particolare chiedono di ampliare ulteriormente la platea che potrebbe vedersi congelare a quota 66 anni e 7 mesi l’eta necessaria per uscire dal mondo del Lavoro. Qualche settimana fa l’Istat ha diffuso i dati sull’aspettativa di vita, sui dati diffusi il Governo sarebbe orientato ad alzare l’età pensionabile dal 2019 in poi che porterà l’età di vecchiaia da 66 anni e 7 mesi a 67 anni e il requisito contributivo per la pensione anticipata dagli attuali 42 anni e 10 mesi a 43 anni e 3 mesi.
Sul versante delle deroghe si discuterà dell’istituzione di una Commissione tecnica al fine di studiare la possibilità di realizzare nuove stime sull’aspettativa di vita legate alle mansioni lavorative svolte, nel progetto dovrebbero essere coinvolti Inps, Inail, Istat e i ministeri del Lavoro, dell’Economia e della Salute.
I sindacati premono, ma l’intenzione del governo è resistere. Per Palazzo Chigi l’offerta è già un bel passo in avanti rispetto all’attuale legislazione. Insomma, è piuttosto improbabile che ci si possa muovere dallo schema delle 15 categorie. Margini per il negoziato comunque ci sono, ma non è detto che non sia necessario un nuovo incontro tra le parti.
Ma se in Italia la situazione diventa di anno in anno sempre più critica, cosa succede negli altri paesi europei? a che età si va in pensione nel resto d’europa?
Nel resto del vecchio continente la situazione è decisamente più positiva per il lavoratori che mediamente lasciano il lavoro prima di noi italiani, ad esempio in Germania i dipendenti vanno in pensione a 65 anni e si arriverà a quota 67 solo nel 2030, 11 anni più tardi che in Italia, in Francia invece ad oggi si va in pensione a 60 anni che diventeranno 62 per quelli nati dal 1955 in poi, con diverse deroghe migliorative.