In queste settimane si è molto discusso dello stipendio dei docenti italiani e del misero aumento di 80 euro che i sindacati stanno contrattando attraverso il rinnovo contrattuale che dovrebbe avvenire a breve, i fondi messi a disposizione nella legge di bilancio 2018 in discussione in queste settimane ammontano a circa 2,85 i miliardi a cui si aggiunge un altro miliardo proveniente da altre fonti, cifre che permetterebbero di offrire ai docenti un aumento in busta paga di 85 euro al mese lordi.
I docenti, dal canto loro, fanno sapere che un aumento cosi esiguo offende la categoria degli insegnanti italiani, tanto che sul web è nata una petizione per ottenere un aumento di 200 € netti in busta paga, la petizione lanciata qualche settimana fa ha raggiunto oltre le 80.000 firme, segno che il pensiero è condiviso dalla maggior parte dei docenti italiani, la petizione inoltre, invita i sindacati a non firmare l’accordo contrattuale che sancirebbe il misero aumento di 85 euro lordi al mese.
La petizione ha fatto riflettere alcune sigle sindacali che ad oggi si dicono contrarie alla firma del rinnovo contrattuale, altri sindacati invece stanno avanzando delle proposte per raggiungere la cifra dei 200 euro di aumento in busta paga, si tratta di una proposta come nei fatti potrebbe essere messa in atto, durante il prossimo incontro al Ministero in sede di confronto per il rinnovo del contratto i sindacati avanzeranno la loro proposta per raggiungere i 200 euro in busta paga di aumento, ma in cosa consiste questa proposta?
I fondi presenti nella legge “Buona scuola” investiti per i docenti ammontano a circa mezzo miliardo. In questo fondo bisogna annoverare i 24mila euro a scuola per il bonus merito, oltre ai 500 euro per l’autoformazione, l’obiettivo è di contrattualizzare l’erogazione dei questi fondi e farli entrare nelle buste paga dei docenti, somme che aggiunte all’aumento di 80 euro che il Ministero intende garantire permetteranno di raggiungere i 200 euro di aumento mensili richiesti dalla maggior parte dei docenti.
In tutto l’impianto c’è solo un problema da prendere in considerazione. Infatti il bonus di 500 euro per la formazione è al momento esentasse, con il passaggio in busta paga verrebbero tassati, anche se vincolati dalla necessità di spesa per la formazione e soprattutto validi da un punto di vista pensionistico.
Ovviamente tutto questo è solo una proposta che dovrà essere avanzata al Ministero e che dovrà dare il suo parere sulla fattibilità della proposta anche da un punto di vista tecnico.