Non tutti sanno che il reddito di cittadinanza (RDC) recentemente sospeso a 170 mila famiglie può essere riattivato ma sempre non oltre il 31 dicembre 2023 data in cui il reddito verrà sospeso per tutti e per sempre, nell’articolo vediamo come procedere per la riattivazione del reddito di cittadinanza (RDC) per tutti coloro che hanno ricevuto la sospensione tramite sms dell’INPS.
Riattivazione del Reddito di Cittadinanza dopo Sospensione, ecco come fare
Appena pochi giorni fa l’INPS ha inviato a circa 170mila famiglie un sms che comunicava la sospensione della domanda del reddito come previsto dalla normativa introdotta ad inizio 2023 dal governo Meloni, dopo la ricezione dell’SMS molti sono andati nel panico ed hanno preso d’assalto gli uffici provinciali dell’INPS per chiedere spiegazioni, tutto questo nonostante tale sospensione fosse stata annuncata ad inizio anno con la nuova norma che di fatto ha cancellato il reddito supper in maniera graduale.
Non tutti sanno però, che il reddito sospeso può essere riattivato in determinati casi ma non oltre il 31 dicembre 2023 quando verrà sospeso per tutti.
La riattivazione del reddito può esserci solo quando avviene quando la presa in carico degli ex beneficiari da parte degli assistenti sociali arriva all’Inps entro il 31 ottobre: allora il beneficio può essere riattivato fino al 31 dicembre dando diritto agli arretrati non pagati.
La precisazione arriva da fonti affidabili, ovvero dal Ministero del Lavoro che ha pubblicato diverse FAQ in merito alla transizione verso l’Assegno di inclusione che verrà introdotto da Gennaio 2024.
Nella FAQ è possibile leggere:
in assenza della comunicazione all’Inps tramite la piattaforma GePI dell’avvenuta presa in carico”, si legge, “l’erogazione del beneficio è sospesa e può essere riattivata, ricomprendendo le mensilità sospese, solo in esito all’avvenuta comunicazione all’Inps dell’avvenuta presa in carico del nucleo, fermo restando il termine del 31 ottobre 2023
C’è anche da sottolineare che il passaggio al nuovo sistema ha crato alcuni problemi di carattere tecnico che riguardano principalmente lo scarto temporale tra il momento in cui viene revocato il Reddito di cittadinanza e l’effettiva verifica sugli aventi diritto (il cui termine ultimo è dicembre), inoltre l’INPS fa sapere che non è stato ingrado di mettere a disposizione tutti i dati dei beneficiari e ciò ha creato difficoltà ai Comuni nel redigere gli elenchi dei nuclei familiari coinvolti.
L’INPS ricorda inoltre che le alternative al Reddito di Cittadinanza sono al momento due, l’Assegno di inclusione che sarà attivato dal 1° gennaio 2024, e che prevede un bonus integrativo al reddito delle famiglie con:
- componenti minorenni,
- componenti con almeno 60 anni di età
- componenti con disabilità
- persone in condizione di svantaggio inserite in un programma di cura e assistenza dei servizi socio-sanitari territoriali
La seconda alternativa al reddito di cittadinanza è il Supporto alla formazione e al lavoro che sarà attivo a partire dal 1 settembre 2023 e che prevede l’accesso a progetti di formazione, qualificazione e riqualificazione professionale, orientamento e accompagnamento al lavoro per le persone tra i 18 e i 59 anni.