Dipendenti Pubblici, dal 2024 taglio delle pensioni, importi e novità – Il Governo ha apportato modifiche all’emendamento riguardante il taglio alle pensioni dei dipendenti pubblici, originariamente proposto nella Manovra 2024. A differenza delle disposizioni iniziali, non ci sarà alcuna penalizzazione sul calcolo delle pensioni di vecchiaia e dei trattamenti anticipati già maturati entro il 31 dicembre 2023. Tuttavia, per le pensioni anticipate con sistema misto che matureranno dal 2024, è prevista una riduzione delle aliquote di rendimento.
Va notato che il personale sanitario sarà soggetto a un alleggerimento di tale taglio rispetto ad altre categorie di dipendenti pubblici.
Il Governo ha apportato delle modifiche significative all’emendamento concernente il taglio alle pensioni dei dipendenti pubblici, originariamente proposto nella Manovra 2024. Contrariamente alle disposizioni iniziali, non sarà applicata alcuna penalizzazione sul calcolo delle pensioni di vecchiaia e dei trattamenti anticipati già maturati entro il 31 dicembre 2023.
Tuttavia, per le pensioni anticipate con sistema misto che matureranno dal 2024, è prevista una riduzione delle aliquote di rendimento. Si noti che il personale sanitario sarà soggetto a un alleggerimento di tale taglio rispetto ad altre categorie di dipendenti pubblici.
Un cambiamento sostanziale riguarda la proroga delle finestre di decorrenza per le pensioni anticipate, estendendo il periodo a nove mesi dal 2028, con l’entrata in vigore definitiva dal 2025. Gli interessati alle nuove restrizioni previste nella Manovra 2024 rimangono gli iscritti alle ex gestioni CPDEL (dipendenti enti locali), CPS (sanitari), CPI (insegnanti di asilo e scuole elementari parificate) e CPUG (ufficiali giudiziari), precedentemente confluiti dall’INPDAP all’INPS.
Il calcolo della quota di pensione inps derivata dal sistema misto sarà soggetto ad una penalizzazione a causa dell’adeguamento delle aliquote di rendimento applicate alla parte retributiva della pensione.
Questo impatta principalmente su coloro che hanno versato contributi fino al 31 dicembre 1995, con una maggiore penalizzazione per chi ha contribuito di meno al sistema retributivo. Va notato che tale penalizzazione diminuisce progressivamente, annullandosi completamente con 15 anni di contributi effettuati prima del 1996.
Le modifiche proposte dal Governo, che verranno implementate attraverso emendamenti al disegno di legge di Bilancio, presentano una revisione rispetto alla versione iniziale delle restrizioni pensionistiche.
L’emendamento recentemente proposto dal governo esclude dalla riduzione le pensioni di vecchiaia. Di conseguenza, i dipendenti pubblici affiliati alle quattro gestioni menzionate, che optano per la pensione di vecchiaia, manterranno gli stessi importi previdenziali calcolati con le aliquote precedenti. È importante notare che questa salvaguardia si estende anche ai dipendenti collocati a riposo d’ufficio per aver raggiunto i limiti di età fissati a 65 anni.
Per quanto concerne la pensione anticipata viene confermato l’introduzione di un taglio ma meno rigoroso di quanto previsto, i futuri pensionati che matureranno il diritto alla pensione anticipata entro la data del 31 dicembre 2023, anche se si pensionano successivamente, saranno esclusi da questa riduzione, infatti verrà preso in considerazione il momento in cui si acquisisce tale diritto.
Coloro che invece raggiungeranno la pensione anticipata dal 1° gennaio 2024 in poi, subiranno una riduzione dell’assegno applicando i nuovi coefficienti previsti dalla Legge di Bilancio. L’entità del taglio varia in base agli anni di contributi versati prima del 1° gennaio 1996 e si annulla con 15 anni di versamenti fino a quella data.
Il Governo introdurrà, attraverso l’emendamento al Disegno di Legge di Bilancio, un meccanismo agevolato per il personale sanitario. La penalizzazione verrà ridotta di 1/36 per ogni mese di posticipo del pensionamento. Ciò significa che, dopo tre anni dalla maturazione del diritto alla pensione anticipata, il taglio si azzererà.
Le finestre mobili sulle pensioni anticipate, introdotte a partire dal 2025, vedranno un aumento progressivo: da tre mesi nel 2024 a quattro mesi nel 2025, cinque nel 2026, sette nel 2027 e nove mesi a partire dal 2028. Questa misura è stata implementata per compensare parzialmente la spesa pensionistica aggiuntiva.