Quando si parla di concorsi pubblici ci si riferisce a tutte quelle selezioni lavorative pubbliche che sono emanate da tutti qugli enti che fanno capo alla pubblica amministrazione come ad esempio comuni, enti locali, ospedali, università, esercito, forze armate, scuola, ecc…ai concorsi pubblici possono partecipare tutti i cittadini italiani o membri della comunità europea purchè abbiamo tutti i requisiti che sono elencati nei singoli bandi che vengono pubblicati per ogni singolo concorso.
Tra i tanti requisiti che vi sono c’è anche quello relativo all’altezza dei candidati, infatti in alcuni settori i bandi impongono dei limiti di altezza con delle sostanziali differenze tra uomo e donna, infatti non tutti sanno che per i concorsi pubblici il limite riferito all’altezza del candidato deve essere differente a seconda del sesso, è un fatto risaputo che le donne non hanno la medesima altezza degli uomini, dove questi ultimi risultano essere mediamente molto più alti.
Questo dettaglio di non poco conto non è noto alla pubblica amministrazione italiana che in un recente concorso (Trenitalia) è stato posto un unico limite di altezza sia per i candidati di sesso maschile che di sesso femminile, una decisione altamente discriminante per il sesso femminile che come abbiamo evidenziato per sua natura ha dei limiti di altezza oggettivi rispetto al sesso maschile.
Proprio si questa questione recentemente è intervenuta la cassazione che attraverso una sentenza ha affermato che sono discriminatori i limiti di altezza uguali per uomo o donna nell’abito dei concorsi pubblici.
E’ quanto mai necessario fare una netta distinzione tra i due sessi, è cosa assodata che le donne sono nella maggior parte dei casi più basse degli uomini, e nell’ambito di una selezione pubblica stabilire dei limiti di altezza uguali per entrambi i sessi è una cosa del tutto discriminatoria che va a tutto svantaggio del sesso femminile.
La cassazione ha dato quindi ragione a diverse candidate che avevano presentato ricorso perchè rifiutate ad un concorso pubblico durante le prove di idonietà fisica, dove in quell’occasione non era stato riscontrato il limite di altezza che era uguale anche per i candidati di sesso femminile.
I concorsi pubblici dove non viene fatta una netta distinzione tra uomini e donne per quanto concerne l’altezza, è non solo illegittimo ma anche incostituzionale. E ciò non vale solo ai fini dell’assunzione ma anche di una eventuale promozione. La Corte ha precisato che devono essere disapplicati tutti quegli atti amministrativi che ingiustificatamente non tengono conto della identità o diversità delle situazioni soggettive fisiche imposte dalla natura.