Il piano di accorpamento delle scuole del governo italiano 2024, mirato a ridisegnare l’assetto delle istituzioni scolastiche per l’anno scolastico 2024/2025, sta generando preoccupazioni e reazioni miste tra i dirigenti scolastici. Secondo il piano, molti istituti scolastici dovrebbero avere circa 1500 alunni. Nonostante il governo abbia cercato di mitigare i disagi segnalati dalle scuole, inserendo nel decreto Milleproroghe la possibilità per le regioni di incrementare risorse fino al 2,5%, la situazione rimane complessa.
In particolare, la Sicilia sta affrontando sfide significative con questo piano. È stato approvato un decreto che prevede una riduzione di 75 istituzioni scolastiche sull’isola, con un focus sulla “verticalizzazione” delle direzioni didattiche e delle scuole secondarie di primo grado in istituti comprensivi. Questo processo implica una serie di accorpamenti, che non comporteranno la soppressione di scuole, ma un cambiamento nelle loro autonomie.
Queste mosse hanno suscitato preoccupazioni tra i presidi, che segnalano come il personale sia già allo stremo. Le modifiche proposte potrebbero intensificare ulteriormente il carico di lavoro e le pressioni sul personale scolastico, in un periodo già complesso per il sistema educativo.
Il piano di dimensionamento scolastico del governo italiano, parte della riforma della rete scolastica prevista dal PNRR, sta introducendo cambiamenti significativi nella gestione delle scuole. Questo piano prevede numerosi accorpamenti amministrativi che, se da un lato potrebbero portare a risparmi, dall’altro renderanno il lavoro dei dirigenti scolastici e dei direttori amministrativi (DSGA) più complesso e gravoso, poiché dovranno gestire un numero maggiore di studenti e allontanarsi dalle esigenze immediate di studenti e genitori.
In Calabria, per esempio, il nuovo piano comporterà la soppressione di oltre la metà degli Istituti Comprensivi del primo ciclo, con il numero medio di plessi da gestire che passerà da 7 a 15. Questo porterà a una riduzione complessiva di 84 istituzioni scolastiche nella regione, ovvero il 23,3% in meno rispetto all’attuale numero.
A livello nazionale, si osserva un trend in cui i dirigenti scolastici gestiscono un numero crescente di sedi scolastiche. Mentre nel 2001 la media era di 3,9 sedi per dirigente, nel 2022 questa cifra è salita a 5,2, e si prevede che raggiungerà 6,1 nel 2032. In alcuni casi estremi, alcuni dirigenti potrebbero arrivare a gestire tra 20 e 30 sedi, spesso situate a distanze considerevoli l’una dall’altra. Questa situazione solleva preoccupazioni sulla capacità dei dirigenti di mantenere un ruolo attivo e significativo nella guida educativa delle loro comunità scolastiche.