Alla Camera dei Deputati si è sbloccata una proposta di legge riguardante la diminuzione dei tempi per il pagamento del trattamento di fine servizio (TFS) ai lavoratori statali (dipendenti pubblici) nel 2024. La nuova normativa propone di accelerare il pagamento della prima tranche del TFS, riducendo il periodo da 12 a soltanto tre mesi. Inoltre, si contempla un aggiornamento delle soglie di valore per il pagamento dilazionato del TFS.
Punti chiave della proposta:
- Riduzione dei Tempi di Erogazione: Iniziativa per abbreviare il lasso di tempo per il pagamento della prima rata del TFS, prevedendo una diminuzione da 12 a 3 mesi dopo la conclusione del rapporto di lavoro, sia per raggiungimento dei limiti di età che di servizio.
- Rivalutazione delle Soglie di Importo: Revisione delle fasce di valore per l’erogazione frazionata del TFS, mirata a un aggiornamento adeguato alle esigenze attuali.
La proposta di legge, introdotta a giugno, ha iniziato il suo percorso legislativo alla Camera, mirando a riformare significativamente le norme che regolano il trattamento di fine servizio per i dipendenti del settore pubblico. Queste modifiche sono volte a velocizzare il processo di pagamento e a rivedere le modalità di erogazione, in risposta alle necessità dei lavoratori pubblici.
Sono previste importanti novità legislative per i lavoratori del settore pubblico in Italia. Una proposta di legge, che mira a modificare il regime di liquidazione del trattamento di fine servizio (TFS), ha recentemente ripreso il suo percorso alla Camera dei Deputati, dopo mesi di stallo.
La proposta, identificata come PdL (A.C. 1254), è stata introdotta in seguito alla sentenza n. 130/2023 della Corte Costituzionale. Quest’ultima ha dichiarato inaccettabile la differenza di trattamento tra il trattamento di fine rapporto (TFR) per i dipendenti del settore privato e il TFS per quelli del settore pubblico, in termini di modalità di pagamento.
Ecco alcuni punti chiave da considerare:
- Origine della Proposta: Presentata dopo la sentenza della Corte Costituzionale, che ha evidenziato la necessità di una maggiore equità tra TFR e TFS.
- Trattamento di Fine Servizio: Si tratta di un’indennità simile al TFR, destinata ai dipendenti pubblici a tempo indeterminato assunti prima del 1° gennaio 2001.
- Differenze di Erogazione: A differenza del TFR, che per i dipendenti privati viene generalmente liquidato entro 45 giorni dalla fine del rapporto di lavoro, il TFS è soggetto a tempistiche differenti, che variano a seconda delle cause di cessazione del servizio.
- Disparità nell’Erogazione: La disparità più evidente si verifica nei casi di cessazione per raggiungimento dei limiti di età o di servizio, o per collocamento a riposo d’ufficio dovuto al raggiungimento dell’anzianità massima di servizio. In questi casi, l’erogazione del TFS non avviene prima di 12 mesi dalla cessazione del servizio.
La PdL (A.C. 1254) mira a colmare queste discrepanze, introducendo un regime più equo per la liquidazione del TFS per i dipendenti pubblici, in linea con quello previsto per i lavoratori del settore privato con il TFR. Questo cambiamento rappresenterebbe un passo significativo verso una maggiore equità e uniformità nel trattamento dei lavoratori in Italia.
La proposta di legge in esame, che mira a riformare l’attuale sistema di liquidazione del trattamento di fine servizio (TFS) per i dipendenti pubblici, si focalizza su due aspetti fondamentali:
- Riduzione delle Tempistiche di Pagamento: Il primo punto cardine è la diminuzione dei tempi per la liquidazione del TFS. L’articolo 1, comma 1, della proposta prevede che il periodo di attesa per la liquidazione del TFS, in situazioni come il raggiungimento dei limiti di età o di servizio, sia ridotto da 12 a soli 3 mesi. Ciò significherebbe che i dipendenti pubblici riceverebbero il TFS con un anticipo di 9 mesi rispetto al sistema attuale.
- Rivalutazione delle Fasce di Importo per l’Erogazione Rateale: Il secondo punto si concentra sulla revisione delle soglie di importo per il pagamento rateale del TFS. Il comma 2 dell’articolo 1 stabilisce nuove fasce di importo:
- Un pagamento unico annuale per importi pari o inferiori a 63.600 euro (attualmente la soglia è di 50.000 euro).
- Pagamento in due rate annuali per importi tra 63.600 e 127.200 euro (attualmente la soglia è di 100.000 euro).
- Pagamento in tre rate annuali per importi superiori a 127.200 euro (attualmente la soglia è di 100.000 euro).
Tuttavia, per i casi di cessazioni anticipate dal servizio, rispetto ai limiti di età o di servizio, rimarrebbe invariato il termine di 24 mesi, come sancito dalla sentenza n. 159/2019 della Corte Costituzionale.
È importante sottolineare che questo è solo l’inizio del processo legislativo, e per diventare legge, la proposta di legge dovrà essere approvata dal Parlamento. Queste modifiche rappresentano un potenziale miglioramento significativo per i dipendenti pubblici, sia in termini di tempi di erogazione che di riallineamento delle fasce di importo, rendendo il trattamento di fine servizio più equo e conforme alle attuali condizioni economiche e di mercato.