Il 2017 si è concluso in maniera non positiva per circa 43.000 aspiranti docenti, nel corso del mese di dicembre il consiglio di stato ha stabilito che il diploma magistrale non è un titolo abilitante all’insegnamento e questo nonostante nelle precedenti sentenze fosse stato affermato in contrario, cioè che fosse abilitante all’insegnamento, una vera e propria doccia fredda per 43.000 aspiranti docenti, queste sono le stime fatte da quanti sono interessati da questa sentenza.
In seguito alla sentenza subito sono iniziate le proteste e per l’8 gennaio alcune sigle sindacali hanno indetto lo sciopero generale a cui prenderanno parte anche i 43.000 aspiranti docenti interessati dalla sentenza del consiglio di stato.
Si tratta di giorni in cui gli interessati sono in trepidante attesa poichè ad oggi non è chiaro quale futuro attende gli aspiranti docenti interessati dalla sentenza, come evidenziato stando ai dati forniti dallo stesso Ministero dell’Istruzione il numero complessivo di ricorrenti è di circa 43.600, tutti inseriti nelle Gae della scuola primaria e dell’infanzia con riserva.
Di questi 43.600, 5.300 sono i docenti che negli ultimi due anni hanno ottenuto il ruolo, sempre con riserva “in attesa della sentenza definitiva”, per loro è molto probabile che la sentenza verrà applicata immediatamente, mentre per i circa 2.000 docenti destinatari di sentenze ormai passate in giudicato.
Sulla questione è intervenuto anche il Ministro dell’Istruzione Valeria Fedeli che in una lunga intervista al Il Messaggero, il Ministro dell’Istruzione ha toccato diversi temi tra cui anche la questione dei diplomati magistrali, qui è possibile leggere le dichirazioni del Ministro in maniera approfondita.
Una data importante per i 43.600 ricorsisti è quella del 4 gennaio dove è in programma un incontro tra i sindacati ed il Miur, in quella sede si discuterà della sentenza, le modalità con cui verrà applicata e il futuro che attende i circa 43.000 aspiranti docenti in possesso del diploma magistrale.