L’assegno di maternità dello Stato 2024 rappresenta una forma di sostegno economico vitale per le madri e i padri, in particolare per coloro che sono impiegati in lavori atipici o discontinui e che, a causa della natura del loro impiego, potrebbero non avere accumulato abbastanza contributi per accedere all’assegno di maternità ordinario previsto per i lavoratori dipendenti, autonomi o iscritti alla gestione Separata. Questa prestazione è erogata direttamente dall’INPS e si configura come un aiuto concreto a sostegno della genitorialità.
Cosa Sono i Lavori Atipici e Discontinui?
- Lavori atipici: Sono forme di impiego che non rientrano nei classici contratti a tempo indeterminato o nelle categorie di lavoro autonomo con partita IVA. Questi contratti sono regolati dal diritto civile e prevedono termini e condizioni stabiliti di comune accordo tra datore di lavoro e lavoratore, a seconda delle esigenze lavorative.
- Lavori discontinui: Sono lavori che non implicano un impegno costante nel tempo, consentendo periodi di sospensione dell’attività lavorativa. Queste tipologie professionali sono specificate nel R.D. 6 dicembre 1923, n. 2657.
Assegno di Maternità dello Stato: Dettagli e Rivalutazione 2024
L’assegno di maternità dello Stato per il 2024 ha subito una rivalutazione del +5,4% in linea con l’aggiustamento dell’indice ISTAT dei prezzi al consumo, mostrando l’impegno dell’INPS nel garantire che il sostegno economico fornito mantenga il suo valore di fronte all’inflazione.
Differenze con l’Assegno di Maternità dei Comuni
- Assegno di maternità dello Stato: È specificatamente destinato ai lavoratori atipici e discontinui che non soddisfano i requisiti per l’assegno di maternità ordinario. La sua erogazione è a carico dell’INPS.
- Assegno di maternità dei Comuni: È rivolto a coloro che presentano un ISEE molto basso, indipendentemente dal tipo di lavoro svolto, e viene erogato dai Comuni.
Per ottenere l’assegno di maternità dello Stato, i destinatari devono risultare in possesso di determinati requisiti lavorativi o contributivi. Per la madre, tuttavia, esiste una distinzione tra i casi in cui lavori o meno, ovvero:
- per la madre lavoratrice, è necessario aver versato almeno 3 mesi di contributi per maternità nel periodo compreso tra i 18 e i 9 mesi precedenti il parto o l’effettivo ingresso del bambino in famiglia in caso di adozione;
- per la madre disoccupata, è necessario dimostrare di aver lavorato almeno 3 mesi e perso il diritto a prestazioni previdenziali o assistenziali (NASpI, mobilità o cassa integrazione). L’intervallo di tempo tra il momento in cui ha perso tale diritto e la data del parto o dell’effettivo ingresso in famiglia del bambino, in caso di adozione o affidamento, non deve essere superiore al periodo di fruizione delle prestazioni godute e comunque non superiore a 9 mesi.
- in caso di licenziamento o dimissioni durante il periodo di gravidanza, sono necessari almeno tre mesi di contribuzione nel periodo che va dai 18 ai 9 mesi antecedenti al parto;
- per la madre iscritta alla gestione separata INPS, è indispensabile che vi sono almeno 3 mesi di contributi versati nei 12 mesi precedenti il congedo obbligatorio ordinario. Ossia, dall’8° mese di gravidanza o prima se la gravidanza dovesse ad esempio risultare a rischio.
L’assegno di maternità dello Stato può essere richiesto seguendo le procedure indicate dall’INPS, con i dettagli specifici e i requisiti disponibili sul sito ufficiale dell’Istituto. È fondamentale che i potenziali beneficiari si informino in merito ai documenti necessari, ai termini per la presentazione delle domande e ad ogni altro aspetto rilevante per accedere a questo importante sostegno.
Questo assegno rappresenta una risorsa essenziale per i genitori che si trovano in condizioni lavorative meno protette, offrendo un contributo importante per sostenere le spese legate alla nascita o all’adozione/affidamento di un bambino. La rivalutazione annuale assicura che l’assegno mantenga il suo valore reale, offrendo un supporto adeguato alle famiglie in un momento così cruciale della loro vita.
L’assegno di maternità statale è un sostegno economico destinato a supportare le famiglie in occasione della nascita, dell’adozione o dell’affidamento di un minore, rappresentando un aiuto concreto per i genitori in un momento di significativo cambiamento nella loro vita. Questo beneficio è accessibile a una vasta gamma di beneficiari, inclusi cittadini italiani, comunitari ed extracomunitari, purché soddisfino determinati requisiti.
Beneficiari dell’Assegno di Maternità Statale
- La madre, sia biologica che adottante.
- Il padre, incluso il padre adottante.
- Gli affidatari preadottivi, per supportare il periodo che precede l’adozione ufficiale.
- L’adottante non coniugato, offrendo supporto anche a chi decide di adottare un minore da solo.
- Il coniuge della madre adottante o dell’affidataria preadottiva, estendendo il sostegno a chi si trova in queste specifiche condizioni familiari.
- Gli affidatari (non preadottivi), nel caso in cui il minore non sia riconosciuto o riconoscibile da entrambi i genitori naturali.
La prestazione è riconosciuta in caso di nascita, adozione o affidamento di un minore e copre sia le situazioni di affido o adozione minori di età non superiore ai 6 anni, sia quelle di adozioni o affidamenti internazionali per minori fino ai 18 anni.
Requisiti per Cittadini Extra UE
La legge n. 23 del 23 dicembre 2021 ha introdotto modifiche significative ai titoli di soggiorno validi per accedere a questa prestazione per i cittadini di paesi extra UE, come dettagliato anche dal messaggio INPS n. 3656 del 5 ottobre 2022. Tra i titoli di soggiorno che permettono l’accesso all’assegno di maternità statale si annoverano:
- Carta di soggiorno per i familiari del cittadino comunitario non aventi la cittadinanza di uno Stato membro dell’Unione europea.
- Carta di soggiorno permanente per i familiari non aventi la cittadinanza di uno Stato membro.
- Permesso di soggiorno equiparato ai cittadini italiani, che include stranieri con permesso unico di lavoro per periodi superiori a sei mesi e stranieri con permesso di soggiorno per motivi di ricerca per periodi superiori a sei mesi.
- Permesso di soggiorno UE per soggiornanti di lungo periodo.
Condizioni di Residenza
Per essere eleggibili all’assegno, sia la madre che il padre (biologici, adottivi o affidatari) devono garantire la residenza in Italia al momento del parto, dell’ingresso in famiglia del minore adottato o affidato, assicurando così che il sostegno sia diretto a chi vive e contribuisce alla società italiana.
L’assegno di maternità statale rappresenta quindi una misura inclusiva, pensata per offrire supporto a una vasta gamma di famiglie in una delle fasi più delicate e importanti della vita, assicurando che i requisiti di accesso siano allineati con le esigenze delle famiglie moderne, diversificate e internazionali.
La procedura per richiedere l’assegno di maternità dello Stato presso l’INPS è ben definita e mira a rendere il processo il più accessibile e gestibile possibile per i beneficiari. Ecco una sintesi delle fasi principali per la presentazione della domanda e delle informazioni utili relative all’esito della stessa.
Presentazione della Domanda
La domanda per l’assegno di maternità deve essere inviata all’INPS esclusivamente in via telematica attraverso uno dei seguenti canali:
- In autonomia, utilizzando il sito web dell’INPS, a cui si accede con SPID, CIE (Carta d’Identità Elettronica) o CNS (Carta Nazionale dei Servizi).
- Tramite il Contact Center INPS, chiamando il numero verde 803 164 da rete fissa (gratuito) o il numero 06 164 164 da rete mobile, per ricevere assistenza nella presentazione della domanda.
- Con il supporto di un patronato, che può inoltrare la domanda per conto del richiedente attraverso i servizi telematici messi a disposizione dall’INPS.
Documentazione Necessaria
Alla domanda deve essere allegata la seguente documentazione:
- Una copia del documento di identità del richiedente o, per i cittadini non comunitari, una copia del permesso di soggiorno.
- Il certificato di nascita del bambino o un’autocertificazione della nascita.
- Tutti i documenti e le certificazioni richieste e riepilogate all’interno del modulo di domanda disponibile nell’area riservata del sito INPS.
Termine per la Definizione delle Domande
Secondo il Regolamento per la definizione dei termini di conclusione dei procedimenti amministrativi adottato dall’INPS, il termine massimo per la definizione della domanda è di 55 giorni dalla presentazione. Questo periodo consente all’INPS di esaminare la domanda e di comunicare l’esito al richiedente.
Esito della Domanda
L’INPS comunica l’esito della domanda, indicando se questa è stata accettata o respinta. In caso di domanda respinta per mancanza dei requisiti necessari, questa viene inoltrata d’ufficio al Comune di residenza del richiedente, dove sarà valutata come domanda per l’assegno di maternità comunale. Questo passaggio assicura che, anche in caso di mancata idoneità per l’assegno statale, il richiedente possa comunque accedere a forme di sostegno alternative previste a livello locale.