La celebrazione del centenario del dipartimento di Scienze politiche dell’Università di Pavia si apre con un’innovativa Winter school dedicata alle sfide globali, anticipando l’introduzione di una nuova laurea triennale in inglese denominata “Scienze sociali per i cambiamenti globali”. Questo programma multidisciplinare si propone di esplorare l’intersezione tra le scienze sociali e le scienze esatte, quali matematica, fisica e chimica, riflettendo un approccio contemporaneo alla formazione di diplomatici e funzionari pubblici in risposta a crisi politiche e sociali e ai cambiamenti climatici.
La Scuola di scienze politiche e sociali di Pavia, istituita il 3 febbraio 1924, si distingueva come una delle prime del suo genere in Italia, insieme a Padova e alla Sapienza di Roma. Divenuta facoltà nel 1926, la scuola si è sempre contraddistinta per l’offerta di percorsi formativi orientati alla carriera pubblica, in particolare nel campo diplomatico.
La docente di storia contemporanea Arianna Arisi Rota ricorda la cerimonia inaugurale, presieduta dall’allora sindaco e docente di diritto Pietro Vaccari, enfatizzando l’importanza strategica dell’apertura di questo indirizzo di studi a Pavia, specie nel contesto dell’evoluzione del sistema universitario regionale lombardo con l’apertura dell’ateneo milanese.
La nascita della facoltà rappresentava un progetto pilota, una novità apprezzata rispetto agli studi legali tradizionali, come dimostrato dall’interesse di una quarantina di studenti, tra cui sette matricole e una trentina di iscritti al quarto anno di Giurisprudenza che scelsero di seguire il nuovo corso di studi.
Il nuovo corso di laurea, che prenderà il via a settembre, promette di consolidare l’eredità della facoltà, continuando a fornire agli studenti gli strumenti necessari per affrontare le complessità del mondo moderno, attraverso un’educazione che abbraccia sia la teoria che la pratica, e che riflette l’interdisciplinarità richiesta dalle sfide globali odierne.
La Winter School organizzata dal Dipartimento di Scienze Politiche dell’Università di Pavia segna un punto di svolta nell’approccio educativo verso le sfide globali contemporanee. Silvia Figini, direttrice del dipartimento, evidenzia l’elevato livello degli invitati, tra cui Fabio Rugge, ministro consigliere della Rappresentanza NATO a Bruxelles, e l’ambasciatore Luca Sabbatucci, rappresentante permanente per l’Italia presso le organizzazioni internazionali a Parigi.
Questi ospiti di prestigio contribuiranno a offrire agli studenti una prospettiva approfondita su tematiche cruciali come l’Agenda 2030, l’integrazione delle materie scientifiche STEM con le scienze politiche, i cambiamenti climatici e il crescente multilateralismo tra le potenze mondiali.
Arisi Rota, riflettendo sul centenario del dipartimento, sottolinea l’importanza di valorizzare la storia delle scienze politiche e storiche in Italia, proiettando l’istituzione verso il futuro con l’obiettivo di formare nuove figure professionali. Questi futuri funzionari dovranno essere capaci di navigare complesse questioni contemporanee quali pandemie, emergenze climatiche e sfide politiche imminenti.
Questo evento rappresenta solo l’inizio di un triennio di attività che culminerà con la celebrazione dell’inaugurazione della facoltà nel 1926. Il focus del dipartimento su relazioni internazionali, scienza del governo e comunicazione mira a dotare i giovani degli strumenti necessari per diventare interpreti attivi e consapevoli del mondo attuale, sottolineando l’impegno dell’Università di Pavia nel fornire un’educazione che sia al contempo radicata nella tradizione e orientata verso le sfide future.