L’educatrice pedinata e aggredita con lanci di pietre da un gruppo di studenti di seconda media all’uscita da una scuola di Parma esprime ora preoccupazione per la propria sicurezza personale. Rivolgendosi al sindacato docenti Gilda di Parma e Piacenza, ha espresso il timore di possibili vendette, evidenziando una crescente apprensione all’idea di ritornare a svolgere le proprie funzioni didattiche.
Nella sua esposizione all’ente scolastico, come riportato dal Corriere della Sera, l’educatrice ha delineato il contesto della classe in questione come privo di qualsiasi forma di rispetto per le persone o le norme stabilite, evidenziando un problema di fondo già noto.
Infatti, si erano già manifestati precedenti casi di violenza all’interno dello stesso gruppo, con la docente che aveva fatto notare atteggiamenti dispregiativi senza ricevere il dovuto sostegno da parte di alcuni membri del corpo docente. Le era stato suggerito di non registrare formalmente ogni singola azione degli studenti poiché si riteneva che le annotazioni non sortissero un effetto formativo. Di conseguenza, la gravità dei fatti accaduti in classe potrebbe essere stata sottovalutata, dato che molti episodi sono stati risolti solamente con rimproveri verbali, senza un adeguato seguito disciplinare.
L’episodio di violenza subito dalla docente, aggredita con lanci di pietre da alcuni studenti di seconda media mentre lasciava la scuola a Parma, ha sollevato preoccupazioni serie riguardo alla sua sicurezza personale.
La docente ha cercato sostegno presso la Gilda degli insegnanti di Parma e Piacenza, esprimendo il timore di possibili vendette. Tale circostanza l’ha portata a dubitare della propria sicurezza nel ritorno all’attività didattica. Nella sua comunicazione all’ente scolastico, come riportato dal Corriere della Sera, ha illustrato la condotta degli studenti coinvolti come priva di qualsiasi forma di rispetto verso individui e regole, sottolineando che tale comportamento non è una novità.
In precedenza, la stessa insegnante aveva già fatto notare atteggiamenti aggressivi in aula, senza ricevere adeguato supporto da alcuni colleghi, i quali sostenevano che segnalare formalmente ogni atto degli studenti non portasse benefici sul piano educativo. Di conseguenza, molti episodi di malacondotta sono stati minimizzati o risolti solo con amonestazioni verbali, rendendo la situazione effettiva molto più critica di quanto appaia dai resoconti ufficiali.
Gli insulti in classe e l’aggressione fuori da scuola
Il 9 febbraio, alcuni alunni dell’Istituto comprensivo Salvo D’Acquisto di Parma hanno preso di mira l’insegnante con lanci di sassi dopo averla seguita al termine delle lezioni, secondo quanto riportato dalla docente stessa alla Questura il giorno seguente. La violenza, preceduta da insulti in aula, si è estesa fino a via Sbravati, vicino alla chiesa delle SS. Stimmate, dove hanno tentato di colpirla alla testa con un sasso, fortunatamente evitato dalla donna.
Valditara: “Basta giustificare e tollerare bulli e violenti”
Nel contesto della denuncia, è emersa anche la percezione di impunità da parte degli aggressori, convinti di poter agire indisturbati vista la non punibilità penale dei minori di 14 anni e l’assenza di conseguenze per le famiglie. “È necessario interrompere questa spirale di aggressività e violenza, cessando di giustificare e tollerare comportamenti bullistici e violenti”, ha commentato il ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara, facendo appello al Parlamento per l’adozione urgente di una normativa che preveda il voto in condotta.