Scuola, 8 studenti su 10 chiedono meno voti e registro elettronico “in differita”

Nel contesto dell’istruzione primaria si assiste a un ritorno ai tradizionali metodi di valutazione, con l’adozione dei consueti giudizi da “insufficiente” a “buono”, in sostituzione dei “livelli di apprendimento” precedentemente in uso. D’altro canto, gli studenti delle scuole superiori esprimono il desiderio di evolvere il sistema di valutazione periodica, mirando a un approccio che vada oltre la semplice attribuzione di un voto numerico.

Preferirebbero, infatti, che a questo voto fosse affiancata una descrizione dettagliata delle competenze acquisite e delle aree di miglioramento, specialmente durante l’arco dell’anno scolastico.

Una ricerca condotta da Skuola.net, che ha coinvolto 2.500 studenti delle superiori, rivela che l’80% degli intervistati auspica una revisione dell’attuale sistema di valutazione. In particolare, il 34% propende per un equilibrio tra voto numerico e una valutazione descrittiva, al fine di diminuire l’importanza del primo e fornire allo studente indicazioni più precise su come proseguire o correggere il proprio percorso di studi.

Una percentuale ancora maggiore, il 46%, vorrebbe ridurre il voto a un elemento formale, relegandolo a un ruolo secondario e privilegiando, per i mesi restanti dell’anno scolastico, valutazioni discorsive, seguendo l’esempio di un’esperimento condotto al liceo Morgagni di Roma. In questa istituzione, i voti numerici venivano esclusi dalla pratica quotidiana, eccezion fatta per gli scrutini, preferendo un approccio basato su feedback dettagliati per stimolare nei giovani la comprensione delle aree di miglioramento.

Questa tematica, particolarmente sentita tra gli studenti, pone in evidenza come la valutazione “a secco” possa generare ansia e stress, talvolta sfociando in problematiche di natura psicologica più serie.

Non sorprende, quindi, che molti giovani considerino fondamentale una riforma del sistema di valutazione, posizionandola tra le priorità per il miglioramento dell’ambiente scolastico, subito dopo l’attenzione al benessere mentale degli studenti.

Nella scuola primaria, si assiste a un ritorno ai tradizionali sistemi di valutazione, con i classici voti da insufficiente a buono, in sostituzione dei più recenti “livelli di apprendimento”.

Al contrario, negli istituti superiori, gli studenti auspicano una riforma del sistema di valutazione che vada oltre la semplice attribuzione di un voto numerico. Preferirebbero, infatti, che al voto fosse affiancata, durante l’anno, una valutazione descrittiva delle loro prestazioni.

Gli studenti esprimono la volontà di avere una comprensione più profonda del proprio percorso formativo, suggerendo che una combinazione tra voto e valutazione argomentata potrebbe alleggerire il carico emotivo del giudizio numerico, fornendo al contempo indicazioni più precise su come migliorare o proseguire nel percorso di studi.

Una significativa maggioranza, il 46%, vorrebbe addirittura relegare il voto a un ruolo marginale, privilegiando le valutazioni discorsive come principale strumento di giudizio durante l’anno, riservando i voti numerici solo per gli scrutini periodici e finali.

Inoltre, la questione dell’uso del registro elettronico emerge come ulteriore fonte di pressione per gli studenti. Sebbene solo una minoranza, il 34%, auspichi la sua eliminazione totale, la maggior parte degli studenti, il 51%, preferirebbe un ritardo nella pubblicazione online dei voti e dei provvedimenti disciplinari, per avere l’opportunità di discutere personalmente i risultati con i propri genitori prima che questi ultimi ne vengano a conoscenza attraverso il sistema elettronico.

Solo il 15% degli intervistati si dichiara favorevole al mantenimento dello status quo.

Daniele Grassucci, direttore di Skuola.net, sottolinea come l’attuale sistema di valutazione possa contribuire a un aumento dell’ansia da prestazione tra gli studenti, un problema che non era così pressante nelle generazioni precedenti, in parte a causa dell’assenza di strumenti come il registro elettronico.

Grassucci evidenzia inoltre come l’educazione ricevuta nel primo ciclo di istruzione oggi tenda a minimizzare insuccessi e bocciature, lasciando gli studenti impreparati ad affrontare le sfide e le valutazioni più rigorose delle scuole superiori, alimentando la richiesta di un cambiamento nel sistema di valutazione.