Aumento stipendio dipendenti pubblici 2024, le categorie interessate – Nel recente rapporto semestrale presentato dall’Aran si rivela che il rinnovo contrattuale per i dipendenti della Pubblica Amministrazione, previsto per il triennio 2022-2024, beneficerà di un budget di 10 miliardi di euro. Questa dotazione finanziaria lascia presagire un incremento salariale approssimativo del 6% sullo stipendio base, segnando un significativo passo avanti rispetto agli aggiustamenti stipendiali precedenti, specialmente in un contesto di marcata inflazione degli ultimi tre anni.
L’intenzione è quella di assicurare ai lavoratori pubblici un adeguamento retributivo che tenga conto dell’incremento del costo della vita. Con un tasso di inflazione che, nel periodo contrattuale in questione, si prevede possa raggiungere livelli eccezionalmente elevati – stimati al 16,1% – l’aumento proposto appare nettamente superiore rispetto a quelli passati.
Il governo ha già messo in atto misure per sostenere le retribuzioni del settore pubblico in attesa del nuovo accordo: un bonus una tantum dell’1,5% sullo stipendio base è stato erogato, e nel 2023 si è assistito a un rilevante aumento dell’indennità di vacanza contrattuale, che è salita dallo 0,5% al 3,35%, equivalente a un incremento di oltre sei volte.
Complessivamente, nel 2023, i dipendenti della Pubblica Amministrazione hanno beneficiato di un incremento del 4,85% sul loro stipendio base, a cui si aggiungerà, a partire dal 2024 (con la possibilità di attuazione nel 2025 per alcuni settori), un ulteriore aumento ancora più sostanzioso.
L’incremento stipendiale per i dipendenti pubblici, derivante dal rinnovo contrattuale, si traduce in un rialzo medio del 6%. Questo aumento, che varia in funzione dello stipendio base del dipendente, sarà maggiormente significativo per coloro che percepiscono retribuzioni più elevate. L’Aran ha inoltre precisato che determinati settori beneficeranno di risorse aggiuntive, pari a circa 700 milioni di euro, consentendo così di portare l’incremento medio al 6,2%.
In termini concreti, si prevede un accrescimento medio di circa 160 euro lordi al mese, basato su uno stipendio medio annuo di 36 mila euro lordi. Questo rappresenta un netto miglioramento rispetto agli aumenti garantiti dai rinnovi contrattuali precedenti, che si attestavano a circa 90 euro mensili (3,5% di incremento) per il triennio 2016-2018 e 110 euro mensili (4%) per il periodo 2019-2021.
Di seguito, i dettagli degli aumenti annui previsti per il comparto centrale, distinti per area e fascia:
- Area 1 F1: 971,67 euro
- Area 1 F2: 989,39 euro
- Area 1 F3: 1.021,33 euro
- Area 2 F1: 995,43 euro
- Area 2 F2: 1.033,82 euro
- Area 2 F3: 1.091,97 euro
- Area 2 F4: 1.191,72 euro
- Area 2 F5: 1.291,76 euro
- Area 2 F6: 1.318,83 euro
- Area 3 F1: 1.289,60 euro
- Area 3 F2: 1.319,08 euro
- Area 3 F3: 1.345,67 euro
- Area 3 F4: 1.471,18 euro
- Area 3 F5: 1.558,22 euro
- Area 3 F6: 1.646,65 euro
- Area 3 F7: 1.767,30 euro
Antonio Naddeo, presidente dell’Aran, ha espresso soddisfazione per questo punto di partenza, sottolineando l’importanza della continuità nella contrattazione come segnale di riconoscimento per i tre milioni di dipendenti pubblici che si impegnano quotidianamente a erogare servizi a cittadini e imprese.
La fase preparatoria per il rinnovo contrattuale dei dipendenti della Pubblica Amministrazione è già in corso, come indicato da Antonio Naddeo. Questa fase è stata ufficialmente inaugurata con l’invio della direttiva madre da parte del Ministro della Funzione Pubblica, Paolo Zangrillo. Questo documento stabilisce le linee guida che l’Aran dovrà seguire nelle negoziazioni per il rinnovo, enfatizzando in particolare l’importanza di valorizzare economicamente i dipendenti che dimostrano maggiore merito.
La direttiva sottolinea la necessità di abbandonare l’approccio degli aumenti indistinti, privilegiando invece sistemi di valutazione che possano contemplare anche considerazioni individuali.
Il principio cardine è quello di porre i dipendenti al centro delle amministrazioni pubbliche, promuovendo un ambiente di lavoro che incentivi la meritocrazia. L’intento è di promuovere e valorizzare il settore pubblico, rendendolo più dinamico e efficiente.
Nonostante l’avvio ufficiale della fase preparatoria, le negoziazioni concrete per il rinnovo dei contratti non sono ancora cominciate, nemmeno per i comparti che avevano ricevuto assicurazioni di priorità, come le Forze dell’Ordine.
Di conseguenza, si prevede che l’implementazione degli aggiornamenti contrattuali e dei relativi effetti sugli stipendi non avverrà prima dell’autunno prossimo. Questo scenario riflette la complessità e la lunghezza del processo di negoziazione nel contesto della Pubblica Amministrazione.