Mancata presentazione Modello Red, rischio sospensione Pensione INPS, ecco cosa fare – I termini per la presentazione della Dichiarazione dei redditi mediante il modello Red per l’anno fiscale 2021 sono ormai scaduti, esponendo i pensionati che non hanno ancora adempiuto a questo requisito, talvolta obbligatorio, al rischio di vedersi sospendere i pagamenti delle prestazioni ricevute.
L’Inps, mediante il comunicato n. 4671 del 27 dicembre 2023, ha fissato al 29 febbraio 2024 la scadenza per la presentazione della dichiarazione dei redditi relativi al 2021. Nonostante la scadenza sia passata, rimane la possibilità di regolarizzare la propria situazione per evitare sanzioni più gravi della sospensione dei pagamenti. Se non si interviene entro ulteriori 60 giorni dalla scadenza, infatti, si rischia la revoca definitiva della prestazione.
È quindi cruciale agire tempestivamente per conformarsi alle normative: esaminiamo chi è tenuto a presentare tale dichiarazione per prevenire l’interruzione del pagamento della pensione.
Destinatari dell’obbligo di dichiarazione
L’invio del modello Red è richiesto ai beneficiari di prestazioni economiche influenzate dal reddito, quali:
- Aumenti sociali applicati alle pensioni (ad esempio, l’aumento al milione);
- Benefici per invalidità civile;
- Contributi per il sostentamento familiare;
- Supplementi al minimo pensionistico;
- Assegni o pensioni di natura sociale;
- Quattordicesime mensilità.
La legge richiede a questi soggetti di comunicare periodicamente all’Inps i dettagli dei propri redditi e, in determinate circostanze, anche quelli del coniuge e di altri membri del nucleo familiare rilevanti ai fini del calcolo della prestazione. In particolare, ciò è necessario per:
- Pensionati che negli anni precedenti non hanno percepito redditi aggiuntivi rispetto alla pensione, a meno che non si sia verificata una variazione della situazione economica rispetto all’anno precedente;
- Beneficiari di prestazioni condizionate dal reddito che non hanno dichiarato completamente i propri redditi all’autorità fiscale, poiché non tenuti a farlo nell’ambito della dichiarazione dei redditi ordinaria. Ciò include, per esempio, coloro che percepiscono redditi da lavoro dipendente all’estero, interessi su conti bancari o postali, CCT, titoli di Stato o rendite da fondi di investimento;
- Persone che non sono obbligate a presentare la dichiarazione dei redditi all’Agenzia delle Entrate e dispongono di entrate aggiuntive rispetto alla pensione, come nel caso di redditi derivanti dall’abitazione principale;
- Titolari di specifiche tipologie di reddito rilevanti ai fini previdenziali, che vengono dichiarati in modo differente per scopi fiscali all’Agenzia delle Entrate (tramite modelli 730 o Redditi PF), quali redditi da collaborazioni coordinate e continuative o da lavoro autonomo, anche se sporadico.
Non sono tenuti a inviare il modello Red i pensionati residenti in Italia che hanno già comunicato all’Agenzia delle Entrate, mediante il modello 730 o Redditi PF, tutti i redditi influenti sulle prestazioni percepite.
I soggetti che omettono l’invio del modello Red per la dichiarazione dei redditi relativi all’anno 2021 (e che non sono stati comunicati attraverso il modello 730/2022 o il modello Redditi PF dello stesso anno) rischiano significative ripercussioni sulle prestazioni economiche ricevute.
Tuttavia, possono regolarizzare la propria posizione utilizzando il servizio “Red semplificato” disponibile sul sito dell’Inps, accessibile mediante autenticazione con Spid o Pin Inps.
Questa procedura si distingue per la sua facilità di utilizzo, grazie alla pre-compilazione dei dati necessari. Per i soggetti che non sono tenuti alla presentazione, sarà esplicitamente indicata l’assenza di redditi da dichiarare per l’anno in questione, garantendo così la continuità dei trattamenti senza interruzioni.
Per chi preferisce modalità alternative, è possibile presentare la dichiarazione telefonando al numero verde Inps o recandosi direttamente presso le sedi territoriali dell’ente. Un’altra opzione è rivolgersi ai Centri di Assistenza Fiscale (Caf) o ad altri enti autorizzati e convenzionati con l’Inps.
È urgente procedere senza indugi, data la scadenza del 29 febbraio 2024. L’Inps, come indicato nella circolare numero 195 del 30 novembre 2015, in assenza di comunicazione, procederà con la sospensione delle prestazioni legate al reddito.
Di conseguenza, i pagamenti futuri potrebbero essere compromessi e, oltretutto, qualora la sospensione perduri per ulteriori 60 giorni, verrà attivata la revoca definitiva delle prestazioni strettamente legate al reddito. Ad esempio, coloro che beneficiano di un’integrazione al trattamento minimo perderanno esclusivamente questa aggiunta, e non l’intera pensione. Per i beneficiari di prestazioni di invalidità civile, invece, l’intero importo verrà inizialmente sospeso e successivamente revocato.
È importante sottolineare che, per chi trasmette la dichiarazione oltre la scadenza ma entro il limite dei 60 giorni, la prestazione verrà ripristinata a partire dal mese successivo alla comunicazione. Tuttavia, i trattamenti non erogati durante il periodo di sospensione saranno definitivamente persi.