Cremona, oltre metà della classe usa Chat GPT per fare i compiti – La predisposizione e l’interesse dei giovani verso le innovazioni tecnologiche, in particolare quelle che possono facilitare l’apprendimento scolastico o l’esecuzione dei compiti domestici, sono notoriamente elevati. Questo spirito indagatore, unito al desiderio di trovare modalità più efficienti per completare gli incarichi scolastici, caratterizza le nuove generazioni di studenti, sempre in cerca di metodi per ottimizzare il proprio tempo e sforzo.
Un episodio significativo che ha avuto luogo in una scuola di Cremona sembra preludere a una nuova fase, segnata dall’adozione di strumenti avanzati come ChatGPT. Secondo quanto riportato da Cremona Sera, in una classe di terza media, ben 18 studenti su 23 hanno deciso di avvalersi dell’intelligenza artificiale per redigere un tema assegnato come compito per il fine settimana.
La scelta di non rivedere i testi prodotti dall’IA, probabilmente motivata dalla volontà di risparmiare tempo ed energie, ha però evidenziato una lacuna: di fronte ai propri elaborati, gli alunni non sono riusciti a comprenderne appieno il contenuto.
L’attenzione dell’insegnante è stata inoltre sollecitata dall’assenza di errori e dall’eccellenza nella strutturazione dei testi, qualità che superavano le aspettative per studenti di terza media. Questo evento sottolinea una serie di riflessioni sulla relazione tra le nuove tecnologie e l’educazione, evidenziando sia le potenzialità che i rischi legati all’uso non critico degli strumenti digitali.
L’episodio verificatosi in una scuola di Cremona, dove più della metà degli studenti di una classe terza media ha fatto ricorso all’intelligenza artificiale, specificatamente a ChatGPT, per svolgere un compito in classe, solleva questioni significative sull’impatto delle nuove tecnologie nell’ambito educativo.
Come riportato da “Cremona Sera”, la rivelazione che 18 su 23 studenti hanno utilizzato questo strumento per redigere un tema evidenzia non solo una propensione a semplificare il processo lavorativo ma anche una mancata familiarizzazione con il contenuto prodotto, dato che non sono stati capaci di comprenderlo a pieno quando interrogati.
Questo fatto potrebbe essere interpretato negativamente, come un abuso delle potenzialità offerte dall’intelligenza artificiale per fini puramente utilitaristici. Tuttavia, il caso apre la strada a una riflessione più ampia sul ruolo dell’AI nel contesto scolastico, suggerendo la necessità di un aggiornamento metodologico nell’insegnamento e nella valutazione.
Paolo Ferri, docente di Tecnologie della formazione all’Università Milano-Bicocca, citato da “Il Giorno”, propone un approccio proattivo verso queste tecnologie. L’esperto suggerisce di trasformare l’intelligenza artificiale da potenziale minaccia a risorsa educativa, incoraggiando il suo uso in aula per stimolare un pensiero critico e indagativo nei giovani.
L’attenzione, secondo Ferri, dovrebbe concentrarsi meno sulle risposte fornite dall’AI e più sul processo di formulazione delle domande, promuovendo così un uso consapevole e produttivo della tecnologia.
L’emergere di questa realtà implica che non ci sarà un’abolizione dei compiti a casa, ma piuttosto un adattamento delle strategie didattiche. Ferri enfatizza la necessità per gli insegnanti di ripensare i compiti assegnati, valorizzando le esperienze personali degli studenti e privilegiando modalità di verifica che incoraggino l’espressione diretta e la riflessione critica, possibilmente attraverso l’interazione orale in classe.
L’uso diffuso dell’AI da parte delle nuove generazioni e la sua inevitabile prevalenza in futuro richiedono una risposta educativa che non ignori questa realtà ma che, al contrario, prepari gli studenti a interagire con queste tecnologie in maniera etica, critica e costruttiva. Ferri sottolinea l’importanza di formare figure professionali capaci di gestire e indirizzare l’uso dell’intelligenza artificiale, evidenziando come l’approccio ostruzionista o l’ignoranza della questione siano controproducenti.
È indispensabile che la scuola si adatti a questa trasformazione, integrando l’AI nel processo educativo in modo da arricchirlo e renderlo più adeguato alle sfide del presente e del futuro.