Docenti di Sostegno con falsi diplomi e attestati, in 39 esclusi e licenziati – Il quotidiano Il Messaggero ha recentemente sollevato l’attenzione su una situazione di grave irregolarità che ha interessato le graduatorie per le supplenze e il sostegno valide per il biennio 2022/2024 nella provincia di Latina, descrivendola come un autentico scandalo. L’Ufficio scolastico provinciale è attualmente impegnato nella pubblicazione di numerosi decreti di esclusione, che al momento ammontano a 38, con la prospettiva che questo numero possa ulteriormente aumentare.
La radice del problema è emersa durante le verifiche sui requisiti dichiarati dai docenti, i quali avevano iniziato il loro incarico a settembre dell’anno precedente. Si è scoperto che una porzione di questi individui aveva presentato documentazione falsa riguardante i propri titoli di studio.
In particolare, alcuni avevano affermato di possedere specializzazioni per le attività di sostegno acquisite presso determinate università, cosa che si è rivelata essere falsa. Vi sono stati anche casi di falsificazione dei titoli di scuola superiore.
Gli insegnanti colpiti da questi provvedimenti di esclusione sono risultati privi dei requisiti necessari per l’ammissione alle classi di concorso di loro interesse, con un focus specifico sui titoli di accesso richiesti. È emerso che alcuni di essi avevano dichiarato di aver conseguito specializzazioni presso istituti universitari che, interrogati, hanno negato la presenza dei nominativi di questi individui nei propri archivi.
Questo episodio rappresenta non solo una violazione della legalità e dell’etica professionale ma solleva anche preoccupazioni significative riguardo alla qualità dell’istruzione fornita agli studenti, che si affidano alla competenza e all’integrità dei loro insegnanti.
La situazione attuale sottolinea l’importanza di un sistema di verifica accurato e di controlli più stringenti per garantire che solo i candidati qualificati e onesti vengano inseriti nelle graduatorie, assicurando così la salvaguardia degli standard educativi e la protezione degli interessi degli studenti.
Il panorama delle graduatorie per le supplenze e per il sostegno nella provincia di Latina è stato scosso da un’indagine che ha portato alla luce una pratica preoccupante: l’utilizzo di titoli di studio falsificati da parte di alcuni docenti per ottenere incarichi nelle scuole. Fino a questo momento, l’Ufficio Scolastico Provinciale ha emesso 38 decreti di esclusione, numero destinato a crescere a seguito delle indagini in corso.
Le verifiche hanno rivelato che alcuni docenti, entrati in servizio a settembre dell’anno precedente, non possedevano effettivamente i titoli di studio che avevano dichiarato di avere, arrivando a falsificare documenti che attestavano la specializzazione in attività di sostegno o addirittura il titolo di diploma di scuola superiore.
Questi docenti sono stati pertanto rimossi dalle graduatorie e licenziati, pur senza dover restituire i compensi percepiti, in quanto il lavoro era stato comunque svolto, ma con la specificazione che il servizio prestato avrebbe avuto valore solo sotto il profilo economico, e non giuridico.
L’Ufficio Scolastico ha inoltre annunciato che, al termine delle verifiche, verranno presentate denunce penali nei confronti di tutti coloro che risulteranno aver falsificato la propria documentazione. Coloro che verranno condannati in seguito a queste denunce saranno esclusi da future graduatorie, anche se avranno la possibilità di contestare i provvedimenti dimostrando la legittimità dei propri titoli.
Nel frattempo, l’Ufficio Scolastico continua i controlli, in attesa delle conferme da parte di tutti gli atenei sollecitati a verificare l’autenticità dei titoli presentati dai candidati.
Parallelamente, emerge che un fenomeno simile ha coinvolto il personale ATA (amministrativo, tecnico e ausiliario), come evidenziato dall’operazione “DiplomaATA” condotta dalla Guardia di Finanza di Udine.
Questa indagine ha segnalato 39 persone per aver dichiarato falsamente il possesso di titoli di studio al fine di ottenere impieghi a tempo determinato in diverse scuole, evidenziando come la problematica dell’uso di titoli falsificati per accedere a posizioni lavorative nel settore dell’educazione riguardi un ambito più ampio e variegato del solo personale docente.