La questione del decoro all’interno delle scuole italiane si trascina da anni, due fronti opposti, i dirigenti scolastici che vorrebbero limitare l’abbigliamento degli studenti che sempre più spesso travalica i limiti della decenza soprattutto per il sesso femminile sull’altro fronte inceve ci sono gli studenti che mal digeriscono queste limitazioni sull’abbigliamento, l’istituto Ipsseoa Pittoni di Pagani ci sta provando per l’ennesima volta ad introdurre le divise nel proprio istituto, infatti dal 15 Gennaio scorso è entrato in vigore il regolmento scolastico che impone a tutti gli studenti di indossare la divisa per dire stop maglie scollate e jeans strappati.
Ovviamente la cosa non è stata accolta in maniera positiva dagli studenti che vogliono indossora ciò che loro piace e sentirsi liberi e non essere uniformati indossando tutti la stessa divisa, fanno eco anche i genitori che invece non vogliono sostenere l’ennesimo costo a loro carico, cioè l’acquisto della divisa.
Sulla questione sono intervenuti anche i vertici regionali del sindacato studentesco Unione degli Studenti che hanno denunciato il modus operandi poco corretto dell’istituto che ha adottato sta cercando di attuare questo regolamento con modo antidemocratico, fortemente autoritario e repressivo, con minacce di bocciatura e non ammissione all’esame di maturità per le quinte.
Il costo della divisa resta a carico delle famiglie, e gli alunni che non acquistano la divisa viene impedito l’accesso ad esercitarsi nelle materie pratiche, cosa che lede fortemente il diritto allo studio.
La preside dell’istituto alberghiero risponde così alle accuse: “Da anni assistiamo ad alunni ed alunne che si presentano in aula con un abbigliamento poco consono ad un’istituzione come quella scolastica – ha affermato – La nostra divisa dà identità e segno di appartenenza alla nostra scuola”.