Il Giudice del Lavoro di Forlì-Cesena, facendo seguito a precedenti sentenze favorevoli emesse a Ravenna e Rimini, ha accolto il ricorso presentato dal sindacato Cisl Scuola Romagna per conto di un gruppo di suoi iscritti, stabilendo che anche ai docenti precari spetti il bonus “Carta docente”, inclusi gli arretrati e gli interessi legali maturati dal momento della generazione del credito.
Questo verdetto viene descritto come storico dal sindacato, poiché segue la sentenza della Corte di Cassazione del 27 novembre 2023, che per la prima volta ha riconosciuto il diritto agli arretrati, specificando anche le modalità di erogazione. Secondo quanto comunicato dalla Cisl, il Ministero dell’Istruzione è stato dunque condannato a erogare gli arretrati, con l’aggiunta degli interessi legali accumulati dalla data di maturazione del credito fino al momento del saldo effettivo.
Questo pagamento dovrebbe avvenire attraverso la piattaforma della “Carta del docente” per i lavoratori che sono ancora in attività, mentre per coloro che sono andati in pensione o che hanno intrapreso altre attività lavorative, il versamento sarà effettuato direttamente.
Gli avvocati Lisa Maltoni e Alberto Donini, che hanno rappresentato il sindacato Cisl Scuola Romagna nel ricorso presso il tribunale di Forlì-Cesena, hanno evidenziato come la sentenza in questione limiti significativamente le opzioni per il Ministero dell’Istruzione, specificando anche il metodo attraverso il quale deve essere corrisposto il credito maturato ai docenti precari.
Questa decisione giudiziaria è stata descritta come un precedente importante, che mira a eliminare le disuguaglianze tra docenti a contratto e docenti a tempo indeterminato, enfatizzando l’importanza di garantire pari opportunità a tutti i professionisti del settore scolastico e di promuovere un sistema educativo pubblico di alta qualità, sostenuto da un personale docente motivato e adeguatamente preparato.
Maura Consoli, Segretaria Generale della CISL Scuola Romagna, ha sottolineato la necessità di eliminare qualsiasi forma di discriminazione tra docenti di ruolo e docenti precari, specialmente per quanto riguarda la formazione e gli strumenti didattici finanziabili attraverso la “carta del docente”.
La sentenza viene vista come un passo avanti nel riconoscimento di diritti fondamentali a tutti gli insegnanti, ponendo l’accento sull’importanza della formazione continua e dell’aggiornamento professionale.
Questo verdetto contribuisce a garantire che i docenti precari abbiano accesso agli stessi strumenti e opportunità di formazione dei loro colleghi di ruolo, enfatizzando come la parità di trattamento rappresenti un obiettivo fondamentale per una professione critica quale l’insegnamento, e segnando un progresso significativo verso il raggiungimento di tale fine.