Una recente indagine si occupa di misurare il tempo che i lavoratori trascorrono in ufficio. Ebbene, i dati mettono in evidenza una situazione piuttosto significativa: sul territorio italiano, quasi un lavoratore su dieci, con un’età che va da 20 a 64 anni, durante lo scorso anno, ha lavorato mediamente una soglia minima pari a 49 ore alla settimana.
Insomma, sembra proprio che i lavoratori italiani, perlomeno quelli oggetto di questa intervista, lavorino praticamente un giorno in più in confronto a quello che è l’orario settimanale predefinito. Si tratta di una percentuale che supera notevolmente quella che è l’attuale media nell’Unione Europea.
È chiaro che il riferimento è più nei confronti dei lavoratori privati che di quelli che lavorano presso un ente pubblico. Chi ha trovato impiego presso la pubblica amministrazione, dopo chiaramente aver affrontato uno o più concorsi pubblici, può contare su un orario di lavoro standard differente rispetto ai lavoratori privati.
Questa ricerca ha messo in evidenza, in sostanza, come in Italia si lavora più ore in media rispetto a quella dell’UE. Si tratta di un dato, registrato tra i lavoratori italiani, che è più basso solo ed esclusivamente di tre nazioni, ovvero Grecia, Francia e Cipro. Tenendo conto che l’orario di lavoro classico, spesso e volentieri, è compreso tra 36 e 40 ore a settimana, la media di 49 ore lavorate a settimana rilevata porta in sé delle considerazioni decisamente preoccupanti.
Le statistiche diffuse da Eurostat
Quanto è stato messo in evidenza all’interno delle tabelle diffuse da Eurostat, si può notare come ci sono tanti lavoratori che seguono degli orari di lavoro decisamente lunghi. Si tratta di un dato che è influenzato notevolmente dal lavoro autonomo, la cui peculiarità in fondo è quella di vedere i lavoratori impegnati per diverse ore in più in confronto alla media complessiva. Basti pensare come quasi il 30% dei lavoratori autonomi, in generale, lavora quantomeno 49 ore a settimane.
In Italia, i lavoratori dipendenti che lavorano quantomeno 49 ore ogni settimana, rappresentano in media il 3,8% (rispetto al 3,6% dell’UE). Invece, i lavoratori autonomi con dipendenti che lavorano almeno 49 ore a settimana sono addirittura il 46% del dato complessivo (rispetto invece a una media UE pari al 41,7%. I lavoratori autonomi che possono contare su dei dipendenti, rimangono in ufficio circa 49 ore alla settimana nel 27,4% dei casi.
Più stakanovisti gli uomini o le donne?
Il numero degli stakanovisti aumenta notevolmente se si prende in considerazione esclusivamente il quantitativo di uomini. In totale, è circa il 13% degli occupati che lavora quantomeno 49 ore alla settimana, contro invece una media del 9,9% che è stata registrata nei Paesi membri dell’UE.
Si parla ora di settimana corta in Europa e in Italia
Statistiche che parlano chiaro, così come sono altrettanto ben evidenti le proposte che si stanno diffondendo nelle sedi legislative di diversi Stati membri e, più in generale, nell’ordinamento dell’UE. Stiamo parlando della possibile introduzione del concetto di settimana corta.
Anche presso il Parlamento italiano si sta cominciando a parlare con una certa frequenza di settimana corta. Anche in Parlamento la discussione è decisamente aperta, con diverse proposte che sono state presentate da parte delle opposizioni.
Tra le varie proposte che puntano a ridurre l’orario settimanale di lavoro troviamo quella che prevede una diminuzione diffusa dell’orario di lavoro, mantenendo lo stesso livello di salario. Una misura che comporterebbe un incremento dell’occupazione in determinati ambiti produttivi, visto che esiste un rapporto piuttosto evidente e chiaro tra la riduzione degli orari e un conseguente tasso di occupazione maggiore.
La proposta di legge offre la possibilità di ridurre l’orario di lavoro durante la settimana a sole 34 ore effettive, mantenendo intatta la medesima paga dei lavoratori. Al contempo, tale proposta verrebbe accompagnata dalla creazione di un apposito fondo di incentivazione alla riduzione dell’orario di lavoro. Un fondo che verrà riservato a tutti quei datori di lavoro che utilizzano una strategia riduzione del 10% su base settimanale. Altrimenti, c’è in ballo anche un’altra ipotesi, che riguarda stavolta la settimana corta di sole 32 ore.
Sarà davvero il futuro? Alcuni esempi in Europa
Come detto in precedenza, per alcuni Paesi europei, la settimana corta è già diventata la normalità. Tra le nazioni che hanno già abbracciato questa idea troviamo senz’altro il Belgio, in cui le usuali cinque giornate di lavoro sono state condensate in quattro giorni, ma tutto questo chiaramente non significa che lavoreranno di meno, visto che il monte ore da raggiungere settimanalmente sarà sempre lo stesso.
L’obiettivo in Belgio è quello di fare in modo che tale novità possa portare un livello di flessibilità maggiore a tutto il mercato del lavoro, con una maggiore facilità a conciliare la vita familiare con la carriera lavorativa. Anche nel Regno Unito ci sono tanti esperimenti in tal senso, con diversi progetti pilota che stanno ricevendo più di qualche apprezzamento da parte delle aziende che l’hanno testato.