Secondo il report nazionale sulla P.A. (Pubblica Amministrazione) della Funzione pubblica della Cgil nei prossimi 6 anni ci saranno circa 500 mila nuove assunzioni, la cifra tiene conto anche dei pensionamenti previsti nei prossimi 6 anni, che lasceranno spazio a nuove assunzioni di giovani nella pubblica amministrazione.
Secondo il report il 40% di coloro che lasceranno il lavoro saranno lavoratori impiegati nei ministeri, nelle autonomie locali e nella sanità pubblica, posti vacanti che dovranno essere colmati con nuove assunzioni, sempre in riferimento agli organici dell’istruzione pubblica, infine, va considerato che ad oggi vi sono tra gli 80mila e 90mila posti vacanti: tra questi, però, solo una minima parte sono da considerare in organico di diritto.
Le nuove assunzioni riguarderanno anche la scuola pubblica italiana, nel medesimo arco temporale si prevedono tra le 150mila e le 200mila nuove assunzioni, considerando che ogni anno lasciano tra i 20mila e i 30mila docenti e Ata.
In questo calcolo viene presa in considerazione anche la flessione, non altissima ma continua, degli iscritti nella scuola pubblica. Un decremento conseguente al basso tasso di natalità, anche tra gli stranieri di prima e seconda generazione.
Si tratta di assunzioni che sono “obbligate”, secondo il sindacato Confederale le assunzioni saranno obbligatorie per mantenere e garantire l’attuale livello dei servizi e delle prestazioni negli stessi comparti”.
Il sindacato spiega come, dall’analisi dei dati del conto annuale a fine 2016, nelle “Funzioni centrali i lavoratori con più di 60 anni di età erano 124.737 in sanità 230.057 e 199.692 nelle funzioni locali”.
Ovviamente, il turn over potrà realizzarsi solo attraverso dei concorsi pubblici, considerando che nella PA non possono essere attuate assunzioni tramite chiamata diretta.