Recentemente gli analisti della QS Quacquarelli Symonds hanno pubblicato la classifica delle migliori università al mondo in 48 discipline e in cinque macro aree di studio, nella classifica il PoliMi (Politecnico di Milano) si è posizionato al 20 esimo posto per tutte e tre le aree di specializzazione – ingegneria, design e architettura, un risultato estremamente soddisfacente considerando che sei anni fa l’ateneo milanese era al 48 esimo posto nella medesima classifica.
Nel dettaglio il PoliMi (Politecnico di Milano) ha ottenuto il 17 esimo posto nell’ingegneria (nel 2016 era al 24 esimo posto), il nono nell’architettura (nel 2016 era al 15 esimo posto) e il quinto nel design (nel 2016 era al decimo posto), estrema soddisfazione viene espressa dal rettore dell’ateneo Milanese Ferruccio Resta il quale afferma che questo risultato è figlio di una politica che viene da lontano e che guarda lontano.
Il Rettore mette in evidenza i programmi di formazione che sono grado di interpretare il cambiamento, mantenendo solide basi scientifiche, come anche gli investimenti in laboratori di ricerca all’avanguardia e in campus all’altezza degli standard internazionali.
Ruolo fondamentale giocano anche le collaborazioni durature con le principali imprese del territorio con le qualei si sviluppiamo programmi internazionali con le più prestigiose università in Europa e nel mondo.
Sul sito del del Qs World University Rankings by Subject sulla pagina dedicata al PoliMi sottolineano la «forte internazionalizzazione» dell’ateneo, che ad oggi conta 42 mila studenti di cui oltre sei mila sono stranieri. E proprio la forte internazionalizzazione ha portato, secondo gli esperti della classifica, come scrivono nel loro sito, il PoliMi a organizzare «molti dei corsi interamente in inglese». Proprio quei corsi contri i quali qualche settimana fa si era pronunciato il Consiglio di Stato dopo il ricorso di alcuni professori