Tanta rabbia nelle parole dei maestri e dei laureati in Scienze della formazione che si sono presentati a protestare contro i ricorsi di chi con il diploma magistrale rivendica il diritto all’insegnamento, in quanto secondo la loro opinione il provvedimento è un elogio alla disonestà e alla scorrettezza.
I maestri scesi in piazza davanti alla sede dell’Ufficio Scolastico Regionale di Napoli sottolineano che hanno affrontato un percorso di studio lungo e difficile per poter insegnare alla scuola elementare e che è un’ingiustizia vedere maestre in possesso del titolo di diploma far il loro stesso lavoro.
Antonio Marciano del Coordinamento Nazionale Scienze della Formazione afferma che tutti i maestri e futuri maestri vogliono un concorso che premi il merito, in quanto dopo tanti anni di studio tutti hanno nel proprio cassetto il sogno di insegnare e svolgere il proprio lavoro al meglio e mettendo in campo tutte le competenze professionali acquisite negli anni di formazione universitaria, e l’insegnamento non può essere un ammortizzatore sociale a scapito degli alunni.
Riflettendo su tale questione Antonio Marciano sottolinea il fatto che oltre 55.000 i ricorsisti in tutta Italia che potrebbero «scavalcare» 110.000 docenti con laurea in scienze della formazione.
Francesca Monaco del Coordinamento in una intervista spiega che abilitante non è sinonimo di valore concorsuale e a chi dice che lottano contro altre categorie di insegnanti, risponde che i loro diritti sono venuti meno nel momento in cui orde di persone improvvisate, sono riuscite a scavalcarle grazie ad un ricorso, insomma una cosa non gradita dal Coordinamento che si fa strada con altri cortei che interesseranno altro città d’Italia per far sentire la loro voce.