Sempre a colpi di sentenze si è risolta la disputa del panino, prima il Tar poi il Consiglio di Stato hanno dato il via libera al consumo di pasti a scuola portati da casa, una libertà che negli asili nido potranno godersi in pochi in italia secondo Save the Children solo 1 bambino su 4 trova posto, tra pubblico e privato, 1 su 10 nelle regioni del sud italia.
A distanza di oltre due anni dalla nota sentenza della Corte di Appello di Torino del 21 giugno 2016, anche il Consiglio di Stato conferma il diritto di scelta e l’inutilità di un conflitto che ormai ci occupa da tanto tempo. Un richiamo alla corresponsabilità educativa non guasta.
Il Consiglio di Stato ha infatti respinto l’appello proposto dal Comune di Benevento avverso la sentenza del TAR Campania n. 1566/2018, che aveva annullato le deliberazioni del Consiglio e della Giunta nella parte in cui vietavano il consumo, da parte degli alunni, di cibi diversi da quelli forniti dalla dita appaltatrice del servizio nei locali in cui si svolge la refezione scolastica, imponendo quindi, nel caso non si volesse optare per lo stesso, o il rientro o una diversa scelta di tempo scuola.
Senza entrare nel merito in questa sede delle questioni di rito affrontate nella sentenza, il Giudice Amministrativo ha rigettato la domanda formulata dall’Ente locale ritenendo la domanda infondata in quanto “Vi è, anzitutto, un’incompetenza assoluta del Comune, che – spingendosi ultra vires” con il proprio regolamento ha imposto prescrizioni ai dirigenti relativamente all’organizzazione del servizio mensa, limitando la loro autonomia. Infatti la circolare MIUR n. 348/2017 , in attesa della pronuncia della Cassazione, aveva riconosciuto il pasto da casa con alcune cautele ed indicazioni.