Novità in arrivo per quanto riguarda i concorsi pubblici, l’attuale governo starebbe pensando all’abolizione del valore del voto della laurea per quanto riguarda le selezioni pubbliche, non si tratta di una novità, per la lega questa proposta veniva avanzata già ai tempi di Umberto Bossi ma anche Beppe Grillo nel 2009 era sulla stessa lunghezza d’onda.
Concorsi Pubblici: abolizione voto di Laurea, un Tema Controverso
Quello di abolire il voto di laurea come requisito nei concorsi pubblici è un tema molto controverso, ciononostante il 31 luglio 2018 è stata presentata una proposta di legge alla Camera dal Movimento 5 Stelle attraverso la deputata Maria Pallini, nella proposta si chiede appunto che venga introdotto il divieto di inserire il requisito del voto di laurea nei bandi dei concorsi pubblici.
Secondo il M5S oggi l’italia ed i suoi giovani hanno bisogno di una riforma che garantisca la possibilità di accedere ai pochissimi e sempre più rari concorsi pubblici senza nessun tipo di discriminazione, per questo motivo la proposta presentata ritiene indispensabile concedere a tutti i cittadini, che hanno per legge diritto a partecipare ai concorsi pubblici, la possibilità di accedere ai bandi senza la limitazione del voto di laurea che oggi, in alcuni di essi, risulta determinante ai fini della partecipazione ma non necessariamente garantisce un’effettiva preparazione e conoscenza.
Il M5S precisa che la proposta di legge presentata non mira in alcun modo a ledere il principio di meritocrazia, ne tanto meno vuole consentire l’accesso alla pubblica amministrazione di personale inadeguato e carente di competenze, l’obiettivo è quello di far rispecchiare in pieno i princìpi costituzionali di uguaglianza e di libertà.
Insomma, per i pentastellati «la previsione del requisito minimo del voto di laurea in bandi di concorso pubblico deve essere vietata perché tale limitazione tende ad escludere a priori e senza alcuna reale motivazione una parte degli aventi diritto».
Al momento come abbiamo detto si tratta solo di una proposta di legge che in quanto tale deve ancora compiere tutto il suo iter parlamentare, ma nel caso in cui dovesse passare indenne tutti i vari “check point” si tratterebbe di una vera e propria rivoluzione nella pubblica amministrazione.