Con l’arrivo delle ultime bozze del DEF pare che i docenti italiani si vedranno alle prese con un’imposta al 15% per quanto percepito da lezioni private e ripetizioni agli studenti, un provvedimento che sicuramente sarà accolto positivamente da molti ma anche negativamente dai diretti interessati, cioè i docenti.
La tassazione che avrà inizio dal prossimo gennaio prevede che “i titolari di cattedre nelle scuole di ogni ordine e grado”, potranno chiedere l’applicazione di “una imposta sostitutiva dell’imposta sul reddito delle persone fisiche e delle addizionali regionali e comunali pari al 15%, salva opzione per l’applicazione dell’imposta sul reddito nei modi ordinari”.
Vediamo meglio di cosa si tratta: i docenti titolari di cattedre dovranno pagare un’imposta dovuta al compenso derivante dall’attività di lezioni private e ripetizioni, una vera e propria imposta sostitutiva dell’imposta sul reddito delle persone fisiche e delle addizionali regionali e comunali.
L’imposta versata dovrà pervenire entro il termine stabilito e per l’accertamento, la riscossione, i rimborsi, le sanzioni, gli interessi ed il contenzioso ad essa relativi saranno applicate le disposizioni previste per le imposte sui redditi.
Una regolamentazione che forse andava introdotta anche prima, visto che secondi gli studi di settore la maggior parte degli introiti derivanti della lezioni private non vengono dichiarati al fisco e non si tratta certo di piccole somme visto che non sono pochi i docenti che omettono al fisco questi redditi.