Scuola, Riforma di asili nido e materne: gli educatori dovranno laurearsi

Dal 1 Giugno 2017 sono entrate in vigore alcune novità per chi vuole diventare insegnante di asili nido e scuole materne, si tratta di una riforma attesa da tempo ma che al tempo stesso crea non pochi grattacapi legate al personale e agli spazi, non sono poche le difficoltà per mantenere aperti alcuni asili nido creati con fondi Pac, così come il tempo pieno che molte municipalità non riescono a garantire, e in alcuni casi scarseggia anche il personale per gestire il tutto.

Una delle principali novità di questa riforma che coinvolge le scuole dell’infanzia è che questa tipologia di istruzione uscirà dalla dimensione assistenziale cui è stata confinata fino ad ora per entrare a pieno titolo nella sfera educativa, dove saranno previste un ampliamento dei servizi proprio per la scuola dell’infanzia, come ad esempio offrire particolare attenzione agli alunni disabili, allo scopo di offrire a questi ultimi una formazione uguale per tutti sostenendo e coinvolgendo anche le famiglie nel percorso educativo dei loro figli.

Questa riforma delle scuole dell’infanzia non scioglie di certo tutti i nodi, ma detta comunque delle linee guida cui l’assessorato comunale all’Istruzione dovrà attenersi, in sinergia con il corrispettivo regionale, infatti saranno demandate alle Regioni e agli enti locali, alcune delle funzioni come l’attivazione ed il coordinamento pedagogico dei servizi sul proprio territorio di competenza, inoltre dovranno promuovere le iniziative di formazione in servizio per tutto il personale.

Con la nuova riforma ricordiamo che per la prima volta verrà istituita una soglia massima per la contribuzione da parte delle famiglie che non potrà superare, complessivamente, il 30% del costo medio del servizio rilevato dall’Ente locale.

In questo scenario i sindacati intendono già aprire dei tavoli di confronto per verificare e attenzionare la corretta applicazione delle norme e l’utilizzo delle risorse disponibili, infatti è da tenere in conto che le regioni definiranno gli standard strutturali, organizzativi e qualitativi dei servizi educativi per l’infanzia, per questo i sindacati vogliono che tutto sia applicato nella maniera corretta e che le risorse disponibili siano utilizzare nel migliore dei modi, fanno sapere dal Cisl Fp Scuola.

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